Ci puoi raccontare chi è Giulia Tempesta?
“Faccio politica da quando ho 16 anni. Sono stata eletta per la prima volta in Consiglio Comunale a 25 e con la convinzione di poter fare qualcosa di concreto per la mia città. Sono laureata in Economia Aziendale, lavoro come consulente in una società di comunicazione e ho avuto un’attività di ricezione turistica. Politiche giovanili, cultura, diritti delle donne, turismo e lotta alle disuguaglianze: sono questi i temi che hanno caratterizzato maggiormente la mia attività politica.
Quali sono alcuni dei punti programmatici a cui tiene di più?
“È difficile, e forse anche riduttivo, racchiudere un’idea di città in 3 parole. Ma accetto la sfida. Voglio una Roma accesa, rapida e inclusiva. Nei prossimi 5 anni la Capitale deve essere illuminata e sicura, agile e digitale, accogliente e solidale. Non solo, dobbiamo contribuire a far nascere la città dei 15 minuti: una città in cui si possano raggiungere in pochi minuti i luoghi di aggregazione, i servizi, i presidi sanitari, le scuole. Non solo, una città che non sia prigionera della burocrazia: non è accettabile aspettare 6 mesi per fare una carta d’identità.”
E il suo giudizio sulla giunta Raggi? Gualtieri come candidato sindaco?
“Con la Raggi è morta la politica e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Quando sento dire dalla Raggi che Roma è una Ferrari e che solo lei può guidarla mi viene da ridere. Non le metterei in mano nemmeno un monopattino, figuriamoci una Ferrari. Per guidare una rossa di Maranello ci vuole prima di tutto la patente e, poi, tanta, tanta esperienza. Ecco perché sono certa che Roberto Gualtieri è l’unico candidato in grado di rilanciare e far ripartire Roma. Lo ha gia dimostrato come Ministro dell’Economia e nessuno meglio di lui saprà gestire i fondi che arriveranno presto dal PNRR che, per inciso, ha ottenuto, da Ministro, trattando in Europa.
Roma ha bisogno di un fuoriclasse come lui perché viviamo un momento difficile, stiamo uscendo lentamente e gradualmente dalla pandemia e la capitale ha bisogno di ripartire rapidamente. Ed è in momenti come questi che bisogna lasciare il campo a chi può fare la differenza.”