Affondato nel Tevere durante la piena del dicembre 2008, poi trascinato sotto la banchina tra ponte Umberto I e ponte Sant’Angelo durante quella del 2010. Dopo 13 anni, un altro dei 21 relitti navali che costellano il tratto del fiume che attraversa Roma è stato recuperato dal fondale grazie all’intervento della Regione Lazio, che lo ha finanziato, e alla Capitaneria di Porto capitolina, che ha eseguito il recupero con la collaborazione di una ditta di Fiumicino.
Oggi pomeriggio ad assistere a una delle parti più delicate dell’operazione, ovvero l’innalzamento sulla banchina di quello che un tempo era un barcone turistico e che domani verrà cesoiato e rimosso definitivamente, sono stati il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il comandante della Capitaneria di Porto di Roma, Antonio D’Amore, insieme all’assessore regionale ai Lavori pubblici, Mauro Alessandri. “Ringrazio la Capitaneria di Porto perché quello che sta avvenendo è figlio di una collaborazione tra Regione Lazio, la stessa Capitaneria, i Comuni di Roma e Fiumicino, l’Autorità del Sistema portuale del Mar Tirreno Centrosettentrionale e di bacino, che è deputata a gestire questa parte di fiume- ha detto Zingaretti- Li cito volutamente per dire quanto è complicato fare delle cose che sembrano semplici, ma ce l’abbiamo fatta.
Grazie alla collaborazione sta andando avanti un progetto rivoluzionario, erano 22 le barche che sono state individuate per essere rimosse nel tratto del Tevere interessato. Siamo a metà strada e questo è sicuramente il recupero del relitto più grande. È un atto di amore per Roma e per il nostro Tevere, ma soprattutto è il pezzo di costruzione di un progetto che non è più del futuro, ma è iniziato: è l’idea della navigabilità del Tevere anche in questa tratta”