REGIONALI LAZIO, CACCIATORE: “MI CANDIDO NELLA “POLO PROGRESSISTA DI SINISTRA ECOLOGISTA – CIVICI PER BIANCHI PRESIDENTE”
Marco Cacciatore è consigliere regionale del Lazio uscente, presidente della X Commissione – Urbanistica, politiche abitative, rifiuti, Componente della XII Commissione – Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione; Componente della Commissione speciale sui piani di zona per l’edilizia economica e popolare nella Regione e membro della IX Commissione – Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio.
In questi cinque anni ha svolto una grande mole di lavoro dal punto di politico e istituzionale, adesso ci riprova candidandosi nella lista “Polo Progressista di Sinistra Ecologista – Civici per Bianchi presidente”, che appoggia la candidata presidente M5S Donatella Bianchi, in vista delle elezioni regionali del Lazio 2023, che andranno in scena i prossimi 12/13 febbraio. Lazio Politico ha intervistato Marco Cacciatore.
Consigliere Cacciatore, altro giro, altra ruota. Recentemente ha deciso di candidarsi con la lista “Polo Progressista di Sinistra Ecologista – Civici per Bianchi presidente”. Perché?
Ho deciso di mettermi a disposizione di un progetto che vada al di là di un pur importante momento elettorale. È necessario riunire le forze di sinistra ed ecologiste, stanche di sottostare alla logica maggioritaria che diluisce, all’interno delle coalizioni di centro-sinistra, le posizioni di sostenibilità basate sulla lotta alle disuguaglianze, che sempre sfocia in risultati di tutela delle ricchezze sia naturali che collettive. Ogni volta che si causa un danno ambientale, alla sua origine stanno fenomeni speculativi, profitti tratti da risparmi ingiusti e indebiti sulle manutenzioni o la minimizzazione degli impatti, sulla sicurezza e la vivibilità, sulla tutela dei lavoratori che restituisce inefficienza, nel quadro di procedure lente, confuse e poco trasparenti. L’Ecologismo può oggi risolvere in sé e far convergere tutte le battaglie contro le disuguaglianze e le emarginazioni a vantaggio di pochi, che una “sinistra” solo di facciata, sempre più legata a blocchi sociali dediti agli affari propri a danno di tutti, da troppo tempo non ha più voluto né saputo portare avanti.
Ecologismo è cura di un Ecosistema, che interpreta la tutela ambientale, nel quadro di una sostenibilità anche economica e sociale, come cartina di tornasole del godimento dei diritti e della dignità diffusi, di contro ai fenomeni di prevaricazione delle logiche di profitto a danno delle comunità e del Lavoro, cui quotidianamente assistiamo. Non c’è vera lotta ecologista che non sia allo stesso tempo contrasto alla concentrazione delle ricchezze in poche mani: problematica alla base di molti dei mali del Paese oltre che della Regione Lazio.
Questo vuol dire che ha lasciato Europa verde? Cosa è successo?
Sì, ho deciso di lasciare Europa verde perché non mi riconoscevo nelle scelte politiche fatte da quel partito . Scelte a mio avviso anti-democratiche e folli, che contraddicono le battaglie intraprese per anni, che ho avuto la fortuna di portare a termine in questi anni all’interno della Maggioranza regionale. Quelle battaglie hanno prodotto dei risultati che rivendico: dall’allargamento del Parco dell’Appia Antica alla sua unificazione col Parco dei Castelli Romani, che ha bloccato la più grande speculazione che Roma e il Lazio ricordino; dalle leggi sul compostaggio e sulle aree a rischio ambientale, fino all’autosuffcienza sui Rifiuti di Roma e ai Piani Regionali Rifiuti e Paesistico, entrambi influenzati nel senso della sostenibilità e nel quadro di una Maggioranza dove aveva senso coabitare tra diversi, per poter decidere i destini della Regione.
Ma oggi la permanenza nel centrosinistra, che con certezza quasi matematica risulterà perdente nei confronti della destra e che ha rifiutato un confronto con il M5S su due temi fondanti, come l’inceneritore di Roma e il progetto altrettanto inutile e dannosi di autostrada Roma-Latina, in uno scenario di coalizione la cui quasi totalità dei soggetti politici di peso è a favore e anzi promotrice di quei possibili scempi, secondo me è l’opposto di quello che oggi deve essere il solco e il ruolo degli ecologisti.
Tutte le comunità con le quali ho condiviso battaglie sui territori in questi anni, avrebbero preso le distanze da me e dal mio lavoro in rappresentanza delle loro istanze, a causa dell’adesione a quella coalizione. Per rispetto di quel lavoro e di quelle comunità , ho scelto dunque un percorso certamente non facile ma all’insegna della credibilità degli obiettivi inseguiti, conseguiti o ancora da conseguire in questi anni, riscontrando il sostegno di chi sul territorio mi ha segnalato problematiche e mi ha affidato le proprie battaglie, consentendomi di affiancare quegli spaccati sociali nelle azioni di denuncia e nell’attività amministrativa a tutela dei loro giusti obiettivi sui territori.
Anche la comunità del partito di Europa verde, dove ho conosciuto persone meravigliose, non è stata secondo me stata rispettata dalle decisioni quasi monocratiche di quel partito : decisioni di cui io stesso, da consigliere regionale uscente, venivo aggiornato solo una volta già prese e definitive. Su tutte: si pensi alla scelta di rompere nel Lazio l’Alleanza con Sinistra Italiana, per aderire a una coalizione che rappresenta il contrario degli obiettivi ecologisti. Trattamento anche peggiore hanno ricevuto iscritti e organi del partito di Europa verde: aggiornati dopo giorni da quelle decisioni e riuniti per mera ratifica di quelle dannose scelte.
Parliamo della lista “Polo Progressista di Sinistra Ecologista – Civici per Bianchi presidente”.
È una lista interessante, plurale, con persone che vengono da diverse esperienze: civiche, politiche, sindacali. Con molte donne e molti giovani. Aderisco a un progetto politico che dal 13 febbraio affronterà l’inizio di un cammino di aggregaazione, per dar vita a un soggetto che parli alla comunità politica di sinistra ecologista, non più costretta a fare da elemento di legittimazione di coalizioni molto più rivolte a difendere gli interessi dei blocchi sociali di potere che alla lotta contro le disuguaglianze e per la sostenibilità.
Penso che di una sinistra vera ed ecologista ci sia bisogno da tempo. Le forze del centrosinistra, scegliendo di andare a traino di Calenda e Renzi, hanno di fatto optato per una opzione centrista e apertamente liberista. Le traiettorie politiche dei soggetti con maggior peso elettorale nella coalizione di centro-sinistra, mirano alla luce di atti depositati, dei voti e delle opinioni espresse dai loro referenti istituzionali, esattamente agli stessi obiettivi delle Giunte che furono di centro-destra a guida Storace e Polverini: dall’incenerimento e la grande impiantistica in tema rifiuti, al consumo di suolo e la deperimetrazione di Aree Protette e Riserve Naturali, fino alla gestione quasi immobiliarista delle politiche abitative (sia nel settore dell’edilizia residenziale pubblica, che per i Piani di Zona dell’edilizia agevolata e convenzionata), per non parlare delle politiche proibizioniste in tema di diritti, alle misure in tema di politiche degli animali del tutto arretrate e lesive di ogni biodiversità, fino addirittura a un tema come l’autonomia differenziata: la Giunta Zingaretti ne chiese l’applicazione per il Lazio nel 2018, contro la volontà del Consiglio espressa pochi giorni prima. Non è questo l’approccio e l’atteggiamento di cui hanno bisogno le persone che abitano le periferie, che hanno problemi di emergenza abitativa, che vedono i loro territori devastati da insediamenti insostenibili. Il Polo Progressista tenta di dare una prima risposta a tutto questo. Questa formazione parla a chi da sinistra e da ecologista, da anni non trova più rappresentanza per via di coalizioni che nascono col solo intento di eleggere rappresentanti, quasi nascondendo il messaggio politico di cui si deve essere portatori nell’interesse delle fasce della popolazione più meritevoli di tutela, per sfruttare i flussi elettorali dei partiti “piglia tutto”. Per la prima volta un soggetto rosso-verde parla senza riserve e fuori dai denti, pronto a esprimere tutto il potenziale politico del messaggio ecologista e di sinistra, senza dover accettare con imbarazzo di condividere programmi e storie che invece tendono ai blocchi sociali di potere, ai loro profitti e agli scempi sui territori per conseguirli
Perché la scelta di appoggiare il candidato pentastellato, Donatella Bianchi?
Donatella Bianchi è una persona eccezionale, preparata, seria e con una forte caratterizzazione ecologista per la sua storia a tutti nota. È un candidato credibile al servizio di una coalizione che – ricordiamolo – rappresenta la sola vera alternativa indire ione della sostenibilità in queste elezioni regionali. La figura di Donatella Bianchi rappresenta un valore aggiunto per la coalizione Polo Progressista-M5S ed anche la possibilità, per la Regione Lazio, di inaugurare finalmente una vera svolta.
Finora, per ottenere risultati, o anche soltanto per evitare che venissero prodotti ulteriori scempi, abbiamo dovuto lottare con le unghie e con i denti. Abbiamo vinto delle battaglie importanti, come dicevo, e ne abbiamo anche perse. Credo sia venuto il momento di voltare pagina e di dare forza, con il voto ed anche con la partecipazione, ad un progetto politico davvero progressista: di sinistra ed ecologista.