E’ tutto pronto a Roma per la presentazione della lista Polo Progressista che parteciperà alle prossime elezioni regionali del Lazio a sostegno della candidata presidente del Movimento Cinque Stelle, Donatella Bianchi. L’evento è organizzato per mercoledì 18 gennaio, a partire dalle ore 18.30, presso la sede nazionale dell’Arci, in via dei Monti di Pietralata 16, a Roma e saranno presenti i candidati e le candidate della lista.
Tra loro anche il consigliere regionale uscente, Marco Cacciatore, che nelle scorse ore, aveva sottolineato: “Allo scadere di 5 intensissimi anni di Legislatura Regionale, gestendo una Commissione per nulla facile (Urbanistica, Politiche Abitative e Rifiuti), vado a rappresentare alle splendide persone incontrate lungo questo cammino, o a chi incontro anche per la prima volta, la gran mole di lavoro fatto insieme ma soprattutto quello che ancora c’è da fare.
Molti i risultati ottenuti:
– l’ampliamento del Parco Appia Antica e unificazione con quello dei Castelli Romani, creando un polmone verde omogeneo tra i maggiori in Italia, portando a compimento una parte di quelli che erano i progetti di Antonio Cederna e fermando per sempre la più grave e impattante speculazione edilizia della storia della Regione Lazio.
– La Legge regionale sul compostaggio aerobico, per dare alternative concrete alla grande impiantistica votata al business e a misura di grande capitale, non certo di Comunità.
– La Legge regionale sulle aree a rischio ambientale, per impedire che gli insediamenti insostenibili conducano al danno e creando gli strumenti per risanare tempestivamente, a spese di chi ha generato il rischio di danno ambientale.
– Un Piano Paesistico che disciplina i vincoli definitivamente, dopo 22 anni di proroghe, che grazie all’intervento della Corte Costituzionale si presenta come vuole la legge e in quanti atto di salvaguardia e tutela delle ricchezze naturalistiche, paesaggistiche e archeologiche sul territorio regionale. Da quel Piano emerge che, nonostante i vincoli siano gli stessi dal 2007, “non ci sia più spazio per costruire” e che quindi si è costruito troppo, come testimoniano i molti edifici abbandonati a Roma in particolare ma anche nel resto del Lazio. Sarà dunque il caso di riqualificare, riabilitare all’abitare o alla vita associata l’esistente, evitando nuovo consumo di suolo che converrebbe come al solito a pochi, a danno di Tutto e Tutti.
– Un Piano Rifiuti che, dopo 18 anni di incertezza normativa, aveva recepito le linee UE nel togliere centralità a discariche e incenerimento per puntare sul recupero di materia. Quel Piano veniva dopo gli scempi insediati in forza del Piano Storace del 2003 e dopo il fallimento (per fortuna) di quello Polverini, che avrebbero insediato diversi tra inceneritori e grandi, enormi, inutili e dannosi impianti privati. Il Piano Regionale del 2020, è stato tuttavia svuotato di senso dai molti atti straordinari ad esso immediatamente successivi, necessari a insediare impianti insostenibili, sproporzionati rispetto alle esigenze di produzione dei rifiuti delle Comunità e col solo scopo di arricchire i gestori privati – fino alla fase più insopportabile dell’inceneritore a Roma, portato avanti dal DL Aiuti e dal Commissariamento cui ha dato luogo. Intanto però Roma dovrà chiudere il ciclo sul territorio, lo stabilisce una legge regionale e non più solo il Piano rifiuti. Il che significa che dovrà fare impianti e, per farlo tempestivamente, quegli impianti dovranno essere a impatto minimo, di dimensioni medio-piccole e misurate sulle esigenze di trattamento delle comunità, a costi ridotti e impiegando tecnologie (dal recupero materia al compostaggio aerobico, superando incenerimento, sua predisposizione e discarica, così come il biogas o biometano per l v organico) a misura di essere umano e non più di grande magnate”.
Cacciatore ha spiegato ancora: “In queste battaglie, nella Maggioranza uscente ho sempre avuto contro i rappresentanti di determinate forze politiche (senza far nomi: Pd, Azione, Italia Viva), referenti di altrettanto ben definiti blocchi sociali, che oggi compongono la gran parte della coalizione in appoggio alla candidatura di Alessio D’Amato (del cui operato in qualità di assessore alla sanità non ci si può oggettivamente vantare).
L’obiettivo è sconfiggere il centro destra, ma se una parte di centro-sinistra in questi 5 anni ha portato avanti le stesse dinamiche delle vecchie Giunte Storace e Polverini, puntando a modelli di sviluppo insostenibili e incardinati sul consumo di suolo o la grande impiantistica nei rifiuti, sulla deperimetrazione dei parchi e su un sistema sanitario sempre più privato, di cui vengono privati sempre più cittadini, non resta che trarne le conseguenze.
Non capisco come si possa, se non per opportunismo votato ad occupare meramente una poltrona, definirsi ecologista e di sinistra in una coalizione in cui è imperante il peso di soggetti politici che, per percorsi, atti depositati, voti e opinioni espresse in questi anni, puntano all’insostenibilità più becera e causa di disuguaglianze, foriera di danni alla vivibilità, al godimento dei diritti e della dignità diffusa.
Mi schiero con tutto entusiasmo con il #PoloProgressista e ringrazio Stefano Fassina, Paolo Cento, Loredana De Petris per l’opportunità. Appoggio con tutta la convinzione la candidatura a Presidente della splendida Donatella Bianchi: continuo a correre esattamente come ho fatto per 5 anni, potendo stare tra la gente ad ascoltare Storie e a raccontare una storia che va nella direzione delle battaglie di questi anni. Al contrario di chi è contro l’inceneritore di Roma, ma si schiera con chi lo vuole insediare”.