On. Righini lei è stato il primo consigliere regionale di Fratelli d’Italia eletto nel 2013. Dopo 10 anni sono cambiate molte cose e lei si ripropone per un seggio alla Pisana.
Ci può fare un bilancio di questi 10 anni?
“E’ cambiato tutto, a partire dalla crescita di Fratelli d’Italia, non solo elettorale, ma soprattutto politica. Giorgia Meloni ha saputo proiettarci in una dimensione che, per la politica italiana, è del tutto inedita. FdI è un progetto che va oltre i tradizionali steccati ideologici, e se pur tiene ben salde le sue radici nella tradizione storica e culturale della destra, si propone di realizzare, e per molti aspetti già è, il partito degli italiani. Un soggetto patriottico che pone l’interesse nazionale al centro della sua azione politica. In tal senso si rivolge a tutti gli elettori”.
Anche quelli di sinistra?
“Anche in questa campagna elettorale sto incontrando tante persone che non hanno mai votato a destra, ma lo faranno per la prima volta il 12 e 13 Febbraio. E’ il segno del fallimento politico ed amministrativo del Pd, ma soprattutto della nostra capacità di coinvolgimento e rappresentanza interclassista”.
Però si sollevano molti dubbi sulla vostra classe dirigente locale, a dire di molti non all’altezza di Giorgia Meloni?
“Sono gli stessi dubbi, che sempre gli stessi, sollevavano quando Giorgia Meloni iniziava a crescere nei sondaggi. Dicevano che non avrebbe mai potuto arrivare dove ora è. Allo stesso modo noi oggi dimostreremo che la classe dirigente di FdI, non solo è all’altezza del compito, ma rappresenta un valore aggiunto, per capacità, passione, competenza e visione. I nostri giudici sono gli elettori”.
Però anche alla presidenza della Regione Lazio candidate Francesco Rocca, un civico, e non un politico: non è contraddittorio?
“L’Avv. Francesco Rocca è il migliore candidato in campo per affrontare e risolvere i problemi che la sinistra ci lascia in eredità. Il suo non è il profilo di uno dei tanti volti noti prestati alle campagne elettorali tanto utilizzati a sinistra. Francesco Rocca rappresenta un centrodestra a forte vocazione sociale, con spiccate doti manageriali e competenze specifiche sulle molte emergenze che ci troveremo ad affrontare: prima di tutte la sanità”.
Come definirebbe i 10 anni di Zingaretti senza scadere nella propaganda?
“Il Pd ed i suoi satelliti non sono una coalizione politica ma un’alleanza di potere. E’ sulla gestione, e sulla spartizione, di questo, che hanno trovato l’unico vero collante in questi anni. Il Pd ha fallito politicamente, perché ha pensato di gestire il consenso utilizzando la leva del potere, e amministrativamente, perché non è stato capace di interpretare una visione del futuro per il Lazio”.
Da qui secondo lei deriva l’attuale divisione con il Movimento Cinque Stelle?
“Non c’è nessuna vera divisione. Votare D’Amato o il Movimento Cinque Stelle il 12 Febbraio significa alimentare lo stesso metodo e le stesse logiche. Si presentano divisi per alcuni cinici calcoli politici di supremazia nazionale, Ma se i numeri glie lo permetteranno, dal 14 tornerebbero a stare assieme per restare dove sono oggi”.
Ci faccia un esempio pratico per capire?
“Pensi alla questione rifiuti. Conte dice di essere contrario all’inceneritore, si vanta di aver tolto la fiducia a Draghi su questo, ma le due assessori espressione del Movimento non si sono mai dimesse dalla giunta Zingaretti. E’ evidente che ci troviamo davanti ai peggiori giochetti della vecchia politica”.
Ma qual è la visione di FdI e del centrodestra per la Regione Lazio?
“Questa Regione negli ultimi anni ha perso peso, prestigio e protagonismo, su tutti i versanti. Noi c caricheremo l’onere di rimetterla dove le spetta, ossia tra le locomotive d’Italia. Quando un Sindaco ha un problema, dovrà vedere la Regione come una soluzione e non come un problema aggiunto”, e vale lo stesso per ogni singolo cittadino”.