CACCIATORE (POLO PROGRESSISTA): “PERCHÉ EUROPA VERDE NON È ECOLOGISTA”

CS – CACCIATORE (POLO PROGRESSISTA)
PERCHÉ EUROPA VERDE NON È ECOLOGISTA

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Marco Cacciatore, consigliere regionale del Lazio uscente e candidato nella lista di Polo Progressista che sostiene la candidata presidente Donatella Bianchi: “Ho aderito al progetto politico del Polo Progressista e sono uscito dal Partito di Europa Verde, che invece ha deciso di fare la parte della “foglia di fico”, nella coalizione di centro-sinistra egemonizzata da forze politiche favorevoli all’incenerimento – e anzi che stanno insediando l’inceneritore a Roma – fino a chi come Azione si schiera per il nucleare.
Europa Verde, senza alcuna discussione interna e usando gli organi di partito come meri strumenti di ratifica, di decisione accentrate prese da poche persone, dimostra poca credibilità e di aver promesso fede eterna al Pd.
Io stesso da consigliere uscente venivo aggiornato dopo le decisioni prese “informalmente” e ho inteso difendere 5 anni di attività politica ecologista in Consiglio Regionale, di cui Europa Verde si è spesso vantata, presentando una candidatura credibile e che intenda proseguire quel percorso e vedendo scritto su un programma, prendendo impegno esplicito in tal senso: libero di essere contrario all’incenerimento dei rifiuti, al consumo di suolo e a tutte le prevaricazioni del profitto sui diritti, sulla vivibilità e sulla sostenibilità, che invece nella coalizione che sostiene D’Amato sono sostenute dai soggetti preponderanti, per quanto affiancat da soggetti sedicenti ecologisti e di sinistra, dal peso minimo e che si schierano in quella posizione solo per avere più probabilità di elezione. Ho seduto tra i banchi della maggioranza regionale, dove però stare in un “campo largo” significava poter conseguire risultati di tutela e salvaguardia. Oggi scegliere una coalizione perdente e che propone insostenibilità sarebbe stata un offesa per le comunità con cui ho lavorato in questi anni.
Angelo Bonelli e il funzionamento accentrato intorno alla sua figura di Europa Verde, spiegano perché in Italia il messaggio ecologista abbia stentato a crescere e perché quel Partito non possa più essere l’interlocutore sulla scena nazionale dell’ecologismo europeo.