Confeuro intende esprimere il più sentito cordoglio per la morte di Satnam Singh, il 31enne bracciante indiano abbandonato in strada a Cisterna di Latina dopo aver perso un braccio in un incidente sul lavoro avvenuto pochi giorni fa. Si tratta di un episodio disumano, terribile, che la nostra Confederazione condanna senza “se” e senza “ma”, e su cui auspichiamo le istituzioni competenti possano fare immediata chiarezza. Quanto accaduto in territorio pontino riaccende i fari collettivi sulla sicurezza dei lavoratori e sul triste fenomeno del caporalato, vera e propria piaga sociale ancora non debellata, una forma di schiavitù moderna, ingiustificabile in un paese che appena una manciata di giorni fa ha ospitato il g7 dei grandi del mondo… Sono purtroppo numerosissimi, nelle terre e nei campi di molte regioni italiane, uomini e donne sfruttati per tornaconto economico, senza tutele professionali e senza dignità, trattati alla mercé di bestie: una situazione illogica e criminale, sotto gli occhi di tutti, che Confeuro denuncia da tempo senza che siano stati presi provvedimenti risolutivi e concreti. Il settore agricolo, purtroppo, vive anche di sacche preoccupanti, dove il caporalato è indiscusso protagonista, eppure lo stato continua ad essere assente e il governo totalmente immobile. Sollecitiamo le istituzioni, in particolare l’ispettorato del lavoro, ad uscire dagli uffici e ad aumentare i controlli sul territorio: siamo sicuri che, se si volesse davvero affrontare e sconfiggere il caporalato, non ci troveremmo ogni due, tre mesi, a parlare di tragedie come quelle di Cisterna di Latina. In questo contesto, ci auguriamo che la morte del povero Satnam non sia “solo” un dramma ma anche un monito per la nostra società a lavorare davvero per la completa sicurezza nei luoghi di lavoro e per il definitivo contrasto al caporalato in Italia. Basta morti bianche, basta sfruttamento, basta illegalità”. Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.