In vista delle celebrazioni del 10 febbraio, “Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle Foibe e degli esuli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, nella suggestiva cornice della Sala “Laudato Si” di Palazzo Senatorio in Campidoglio, l’associazione Stanza 236 APS ha presentato il progetto, patrocinato dalla Regione Lazio, “Le Donne Italiane Dimenticate”. Una piecè teatrale in cui si raccontano le storie drammatiche di dieci donne: Norma Cossetto, Libera Sestan, Maria Pasquinelli, Mafalda Codan, Enrichetta Hodl, Albina, Caterina e Fosca Radecchi, Margherita e Gigliola Sennis, perseguitate, scomparse o uccise dai partigiani comunisti jugoslavi nel periodo a cavallo della fine del secondo conflitto mondiale lungo il confine orientale d’Italia, per il solo fatto di essere madri, mogli, figlie e sorelle di italiani. Presenti all’evento, oltre all’animatrice del progetto, nonché autrice e regista della rappresentazione teatrale, Cristina Valeri, il Consigliere di Roma Capitale Federico Rocca, ed il Senatore Roberto Menia, promotore della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, moderati dal giornalista Andrea Titti. “Sui fatti storici che hanno investito il nostro confine orientale a cavallo del secondo dopoguerra – sottolinea Cristina Valeri – per troppi anni è caduto un colpevole silenzio, per cui anche nelle scuole si è impedito a generazioni di giovani di apprendere una pagina così drammatica della vicenda italiana. Per questo, grazie al libro del Senatore Menia ’10 Febbraio: Dalle Foibe all’Esodo’, unitamente al supporto storiografico del dottor Marino Micich, direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume di Roma, ho tratto spunto per scrivere un testo che raccontasse le sorti di 10 donne straordinarie, perché anche attraverso di loro si potessero diffondere ad un pubblico sempre più vasto, pagine di storia che abbiamo il dovere oggi di riconoscere e tramandare. L’ho fatto attraverso il teatro, perché è il linguaggio che più sento mio, e perché lo ritengo essere il più efficace per smuovere le coscienze”. “Roma ha un rapporto speciale con la comunità giuliano-dalmata – spiega il Consigliere Capitolino Federico Rocca – perché qui tanti esuli hanno trovato un luogo di accoglienza pacifica, diversamente che in altre parti d’Italia, dove troppo spesso furono additati e insultati dai loro stessi connazionali. Anche per questo ritengo doveroso non solo custodirne il ricordo, ma diffonderne l’insegnamento, tanto a Roma, quanto in qualsiasi altra parte d’Italia”. “Il teatro storicamente serve a trasmettere emozioni e valori, per questo quando un fatto travalica una fredda trattazione storica, assumendo i linguaggi della cultura, diventando emozioni, viene appreso e ricordato molto di più e molto meglio. E anche se sono ricordi dolorosi, vanno conservati perché parte di un’italianità che appartiene a tutti”, le parole del Senatore Menia. Lo spettacolo debutterà il 9 e 10 febbraio sul palco del Teatro Petrolini di Testaccio a Roma, in via Rubattino 5, nonché replicato per tutto l’anno in molti teatri del Lazio.
