Dietro le sbarre di Rebibbia, le parole diventano strumento di libertà. Si è concluso il progetto “Favole che leggono il mondo”, laboratorio di scrittura creativa che ha coinvolto i detenuti nella creazione di storie per bambini e bambine accolti/e da Peter Pan ODV, organizzazione di volontariato impegnata dal 1994 nel sostegno a famiglie con figli malati di cancro. Un’iniziativa promossa da Associazione M.A.S.C. APS in collaborazione con Dire Fare Cambiare APS, finanziata con i fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e alla collaborazione attenta e sensibile della Direzione e dell’Area Educativa della Casa di Reclusione di Rebibbia, che hanno creduto nella forza trasformativa delle parole.
Il laboratorio ha prodotto un libro di favole illustrato da Elisa Pacitti pubblicato in formato cartaceo, e-book e audiolibro, quest’ultimo registrato con le voci dei detenuti stessi.
Durante l’evento, gli autori hanno condiviso con il pubblico presente riflessioni, emozioni e l’esperienza vissuta, raccontando come il percorso creativo abbia rappresentato una possibilità di dialogo con il mondo esterno e con sé stessi, valorizzando il carcere non solo come luogo di reclusione, ma come spazio di incontro, espressione e cambiamento. All’incontro ha partecipato anche una delegazione di Peter Pan ODV, destinataria delle favole e che accoglie e sostiene le famiglie con bambini e adolescenti oncologici che si recano a Roma per le terapie.
Il laboratorio di scrittura di favole è stato guidato da un team multidisciplinare composto da Giulia Morello, David Mastinu, Giulia Corradi, Silvia Vallerani, Elisa Pacitti e Assia Fiorillo: professioniste e professionisti che hanno messo a disposizione le proprie competenze in ambito culturale, artistico e formativo, accompagnando con cura e attenzione i partecipanti in questo viaggio di crescita e immaginazione.
“Favole che leggono il mondo” è un progetto che ha dimostrato come il carcere possa diventare anche luogo di relazione e responsabilità sociale. Le storie nate in questi mesi non sono solo esercizi di scrittura, ma strumenti per costruire connessioni reali con l’esterno, a partire da chi ha più bisogno di ascolto e immaginazione. Un’iniziativa che unisce mondi diversi, con uno sguardo verso il futuro.
