“BENVENUTI A BORDO” AL TEATRO DELLE MUSE DI ROMA DAL 21 NOVEMBRE AL 1° DICEMBRE

Un teatro che si trasforma in una nave per raccontare un fatto di cronaca che potrebbe essere avvenuto o essere frutto della fervida fantasia degli autori. Sarà proprio questo microcosmo galleggiante, dove ogni angolo risuona con storie di persone che vivono la loro quotidianità in un contesto straordinario, ad ospitare il debutto di “Benvenuti a bordo” dal 21 novembre al 1° dicembre al Teatro delle Muse con Marina Vitolo, Gabriele Marconi, Sergio Spurio, per la regia di Paolo Mellucci e scritto da Sergio Iovane e Mario Moretti.

Un mix variegato di personaggi, sul palco anche Virginia Colella, Clementina Guarino, Giulia Tamburrini, Edoardo Valeriani, pronti a misurarsi con il  loro bagaglio di vicende che, come onde, si infrangono contro la vita degli altri. Gli interpreti: Daniel, maitre rigoroso ma manipolatore, Pasqualina, cameriera napoletana dal cuore d’oro, Francesco, misterioso cameriere con un passato oscuro, sono tutti portatori di un’energia unica che accende ogni scena. Ogni loro interazione è un miscela di comicità e tenerezza, che crea momenti esilaranti e toccanti.

La storia si arricchisce  con la presenza della seducente contessa Irene e di due giovani innamorati,  Fabio e Sara, offrendo continui colpi di scena e gag spassose. La nave diventa il palco perfetto per un carosello di situazioni imprevedibili e bizzarre, dove le risate sono sempre dietro l’angolo. Il tutto è accompagnato dalla voce calda della cantante Lulù. Tutti loro sembrano sembrano incatenati a  traiettorie scontate ma gli imprevisti della vita in mare portano grandi sconvolgimenti nelle loro vite. 

Al clima frizzante ed allegro si alternano di momenti di riflessione e tenerezza. Le vite, anche le  più ordinarie,  diventano straordinarie in un contesto così unico, con i loro sentimenti le emozioni. Non importa  se le vicende  raccontate nascono  dalla fervida fantasia dell’autore o  sono ispirate da una fatto vero, come nel nostro caso. In chiusura la canzone “Non basta una vita” suggerisce un finale capace di scombinare lo scontato e illuminare il senso profondo di quello che sentiamo dentro. Un finale che  arriva dritto al cuore, colpendolo, risvegliandolo.