Acqua del Tevere, “non “darla a bere” ai romani”

“La moria di pesci del Tevere che abbiamo già denunciato, solleva un altro inquietante interrogativo, legato alla salute dei cittadini, che sfugge alla cronaca perché tenuto sapientemente nascosto dall’amministrazione capitolina: gli investimenti in corso per rendere potabili le acque del fiume destinandole alle famiglie di Roma”. Lo dichiara il candidato della Lega in Campidoglio Michel Maritato, in tandem con Simonetta Matone che spiega: “Alla fine del 2018, nel silenzio generale, è stato realizzato un primo potabilizzatore dell’acqua del Tevere a Grottarossa, destinato a 350.000 romani mentre il secondo, 5 volte più grande, è in fase di progettazione e sarebbe in grado di fornire acqua per 1.750.000 persone, raggiungendo il totale di 2.100.000 abitanti”. Il progetto prende le mosse qualche anno fa, in seguito alla grave crisi idrica conseguente alla prolungata siccità dell’estate del 2017, che portò l’amministrazione capitolina a ridurre la portata del flusso idrico nelle abitazioni dei romani e nei celebrati ‘nasoni’, le fontanelle di strada, alcune delle quali ancora oggi sono a secco. “Secondo Arpa Lazio, agenzia ambientale regionale – chiarisce ancora Maritato – l’acqua del fiume è classificata al livello più basso come qualità, pari ad A3 e certo, la moria di pesci pone allarmanti interrogativi sulla scelta di Raggi e di Acea di spendere decine di milioni di euro per potabilizzare l’acqua di un fiume, che subisce inquinamento chimico e non solo organico, anziché procedere al rifacimento della rete idrica che è un colabrodo. Chiediamo pertanto immediati chiarimenti su questa incomprensibile vicenda”.