La riforma delle finanze vaticane potrebbe vedere un’accelerazione. Gli ultimi scandali, dal palazzo di Londra alle presunte donazioni fatte dal cardinale Angelo Becciu con i soldi dell’Obolo di San Pietro, stanno spingendo Papa Francesco a completare l’opera di razionalizzazione ma soprattutto di trasparenza. Va in questa direzione l’ipotesi, allo studio da qualche tempo, di accentrare gli investimenti in un unico ente, l’Apsa, la ‘banca centrale’ del Vaticano. L’intento è quello di sottrarre ai dicasteri, ma anche alla Segreteria di Stato, la gestione di ‘tesoretti’ che in alcuni casi ammontano a svariate decine di milioni di euro.
Una scelta che sarebbe stata proposta al Papa dal Prefetto dell’Economia, il gesuita Antonio Guerrero Alves.
Parallelamente si intensifica l’attività investigativa e non è escluso che anche Angelo Becciu, non più ‘difeso’ dalla porpora, possa essere chiamato a deporre sulla vicenda dell’investimento immobiliare londinese ma anche sui trasferimenti di denaro alla diocesi di Ozieri e altre operazioni che avrebbero avvantaggiato anche i tre fratelli. In serata l’Espresso rende note nuove carte sul caso, secondo cui la Birra Pollicina del fratello di Becciu, che è stata anche sostenuta da un cospicuo finanziamento del tycoon angolano Antonio Mosquito, non attuerebbe un progetto sociale, il reinserimento di giovani autistici, ma sarebbe imbottigliata da un birrificio del Lazio e poi etichettata dalla Angel’s. Inoltre “non vi sarebbe una semplice donazione liberale dietro l’erogazione di una controllata angolana dei fondi per la società Angel’s srl, bensì – scrive L’Espresso – l’ultimo atto di un consolidato giro di affari iniziato quando l’ex cardinale Becciu era nunzio in Angola”. Il settimanale in un articolo sul sito rivela inoltre che tramite il Fondo Centurion gestito da Enrico Crasso sono stati molteplici gli investimenti congiunti con Mosquito. Quello per l’acquisizione di petrolio angolano si sarebbe interrotto per una indagine sul Tycoon e sulla socia, Isabela Dos Santos, figlia dell’ex presidente angolano da parte della magistratura portoghese. “I soldi della Segreteria di Stato nel Fondo Centurion sono stati utilizzati anche per investimenti in imprese russe e bielorusse di oligarchi vicini a Putin”, conclude L’Espresso.
Il cardinale dal canto suo si dice “pronto” a presentarsi davanti ai magistrati, qualora lo chiamassero in giudizio, mentre la famiglia oggi ha presentato due denunce per diffamazione e calunnia. Lo ha annunciato l’avvocato Ivano Iai, difensore dell’intero nucleo familiare dell’alto prelato sardo.
Sul fronte invece della magistratura vaticana, oggi il Papa ha rafforzato la squadra del Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone, con la nomina di un Promotore di Giustizia ‘applicato’, una figura nuova dell’ordinamento giudiziario vaticano, nata per rafforzare le indagini là dove si manifesti una emergenza particolare. E’ Gianluca Perone il nuovo pm, forse non a caso esperto di diritto commerciale.
In questo clima di investigazioni, ma anche di veleni e sospetti, e del tutti-contro-tutti che si era visto già ai tempi di Vatileaks, arrivano domani in Vaticano gli ispettori di Moneyval. Finora i loro report sono stati abbastanza generosi con la Santa Sede uscita da decenni di opacità. Ma gli ultimi scandali potrebbero inficiare il traguardo della ‘white liste’ che fino ad una settimana era dato per scontato.
E a sorpresa, sempre domani, torna in Vaticano anche il cardinale australiano George Pell, l’ex ‘ministro’ dell’Economia, uscito dal carcere dopo essere stato scagionato dalle accuse di pedofilia. È la prima volta che Pell torna a Roma dal 2017, quando lasciò il suo incarico di Prefetto per l’economia per difendersi dai processi in Australia. In questi giorni aveva già fatto sentire la sua voce per ringraziare il Papa per aver allontanato il card. Angelo Becciu con il quale ha sempre avuto contrasti. Il motivo della sua visita a Roma non è stato reso noto ma è evidente che potrebbe aggiungere un elemento di tensione in una situazione che serena non è.
Intanto in Vaticano c’è una corsa contro il tempo per arrivare, prima di domenica, a fornire nuovi dati sull’Obolo di San Pietro, i cui numeri restano fermi al 2016 (78 milioni di dollari). Si potrebbe anche decidere di rafforzare la quota destinata effettivamente alle opere caritative che oggi non raggiunge neanche un terzo del totale. Prima di domenica perché si terrà il 4 ottobre la colletta dell’anno in tutte le chiese del mondo destinata alla Carità del Papa. Ma il 4 ottobre è anche il giorno in cui verrà pubblicata la nuova enciclica di Papa Francesco ‘Fratelli tutti’ e si vuole scongiurare che sia oscurata da questo clima decisamente ‘invernale’ che si respira nei sacri palazzi. (ANSA).