Quello che si paventava nei sondaggi e nelle stanze dei bottoni è accaduto. Roma saluta Virginia e dà il benvenuto al ballottaggio, targato Michetti- Gualtieri. Una risultanza, tutto sommato, prevedibile che seguita una campagna elettorale, che molti addetti ai lavori non hanno faticato a definire surreale. Vuoi per la sempre più siderale distanza dei cittadini dalla politica – dimostrata dal vero vincitore di queste elezioni amministrative ottobrine: l’astensione – vuoi per un contesto Covid che emotivamente ha piegato e sta piegando tutti. Fatto sta che, a urne chiuse o quasi, il dado è tratto: il candidato di centrodestra Enrico Michetti, primo, supportato dall’onda meloniana che non sfonda ma non molla e in parte dalla Lega, che da leone ruggente deve ridimensionarsi in altro animale, sicuramente meno forte e spavaldo. Sono gli stessi risultati elettorali a confermarlo.
Dall’altra parte, secondo, ecco l’ex ministro Gualtieri, candidato di centrosinistra sostenuto da un Pd che, vuoi o non vuoi, a Roma non muore mai. Le loro prestazioni, dicevamo, danno il là all’addio della Raggi e a qualsiasi sogno di gloria grillino. Insomma, il vento è cambiato per i romani mentre dalle parti pentastellate spira in senso contrario. Va comunque riconosciuto alla ex sindaca una campagna elettorale viva, ricca di incontri e mai doma, seppur consapevole che la strada per la riconferma in Campidoglio fosse tutt’altro che spianata. Raggi che ha già sottolineato come i cittadini non siano animali da pascolo e che quindi non darà indicazioni di voto per il secondo turno. Esultano ovviamente i due contendenti.
Enrico Michetti esclama su facebook: “Siamo partiti per ultimi, ma siamo nettamente in testa. Ora iniziano le due settimane decisive per raggiungere il vero traguardo: riportare i romani a votare e vincere!”. A fargli eco, sempre sui social, Roberto Gualtieri: “Grazie di cuore a tutte e a tutti! Siamo molto soddisfatti, siamo al ballottaggio! Ora rivolgendoci a tutte le romane e i romani, ci impegneremo con determinazione per dare a questa città un governo all’altezza di una grande capitale europea. Adesso vinciamo e cambiamo Roma, insieme!”.
Discorso finale, e a parte, lo merita senza ombra di dubbio Carlo Calenda: sarà anche arrivato quarto ma con una monolista e un consenso intorno al 18-19% e con molti candidati presidente che si sono comportati benissimo nei municipi, pur restando fuori dai giochi. Una campagna elettorale lunga, bella da vedere e fatta di contenuti, quella dell’ex ministro, il cui elettorato ora sarà determinante per scegliere il prossimo sindaco di Roma. Tempo due settimane e sapremo su quale petto finirà la fascia tricolore della Capitale.
Marco Montini