Albano, la scuola PLUS di Cecchina apre ai ragazzi. Intervista al vicesindaco Andreassi

Dopo una lunga gestazione, finalmente la scuola PLUS di Cecchina vede il completamento dei lavori e l’ingresso dei ragazzi nelle aule.
A tagliare il nastro, insieme al Sindaco Borelli ed all’Assessora Zeppieri, il vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici Luca Andreassi che non ha mai nascosto le difficoltà per arrivare all’apertura della scuola il 12 settembre.

Dunque, assessore Andreassi, come ha anche scritto nei suoi post su facebook, ce l’avete fatta.

Ce l’abbiamo fatta. Il percorso che ha portato alla realizzazione di questa scuola è stato lungo e accidentato. Ho voluto fortemente accelerare la realizzazione di tutte le opere, ma anche il completamento di tutte le infinite pratiche burocratiche, per essere in grado di arrivare pronti all’appuntamento del 12 settembre. Appuntamento che abbiamo centrato grazie alla efficiente squadra dell’ufficio lavori pubblici. Abbiamo messo un’attenzione maniacale su ogni aspetto: dalle grandi cose fino ai particolari. Abbiamo fatto e spuntato mille volte l’elenco delle cose da fare, da completare, da realizzare prima del 12 settembre, facendo attenzione che ogni processo rispettasse delle rigide tempistiche. Qualcuno mi ha detto che abbiamo messo in atto delle procedure che si usano solo nel settore privato. Non so. So solo che ci abbiamo perso il sonno ma ne è valsa la pena. Per i cittadini di Albano che oggi hanno una scuola nuova, bella e funzionale.

A proposito dell’edificio. Ce lo vuole descrivere?

L’edificio scolastico può ospitare fino a 900 alunni. L’edificio è di circa 4000 metri quadrati e si sviluppa su tre piani. La scuola è complessivamente divisa in sei macroblocchi distinti per destinazione e uso: aule scolastiche, aule professori, biblioteca, auditorium, mensa scolastica, palestra.
Ciò che mi piace sottolineare è che si tratta di un edificio a classe energetica A4, ovvero un edificio a consumo energetico “quasi zero”. Per i cultori della materia è un edificio nZeb.
Questo è stato possibile grazie ad un impianto di riscaldamento/raffrescamento di tipo centralizzato a condensazione con sei pompe di calore aria-acqua, che alimentano un efficiente sistema a pavimento.
L’acqua calda sanitaria è prodotta da pannelli solari termici. Un innovativo sistema di ventilazione per il ricambio e trattamento dell’aria associato al recupero del calore garantisce una qualità dell’aria eccellente ed un ulteriore risparmio energetico. Naturalmente, tutti i materiali sono altamente sostenibili e con eccellenti caratteristiche isolanti. 30 kW elettrici prodotti da un impianto fotovoltaico completano l’edificio.

La scuola è inserita all’interno di un polo molto più complesso. Una sorta di nuovo vero e proprio quartiere.

Assolutamente sì. Insieme all’edificio scolastico appena inaugurato ci sono, infatti, l’asilo nido, la scuola materna, la mensa scolastica, l’auditorium e la palestra. Una nuova rete viaria, parcheggi di servizio e aree verdi completano l’infrastruttura di collegamento con Villa del Vescovo e con la scuola media Trilussa di Piazza XXV Aprile. Il comprensorio prevede, inoltre, il completamento del Centro Servizi Sperimentali e le aree verdi di connessione. Insomma, al termine della realizzazione, avremo un importante e moderno campus scolastico unitario e organico che accompagnerà i nostri ragazzi dall’asilo nido alla scuola media.

Tanta emozione. Possiamo dire che sia l’emozione più grande da amministratore?

Ho difficoltà a fare una classifica, ma certamente poche cose sono emozionanti per un amministratore come il poter vedere crescere un’opera destinata alla cura educativa dei nostri bambini e giovani. La scuola serve a formare cittadini consapevoli, a sconfiggere l’ignoranza con la conoscenza, a frenare le paure con la cultura, a condividere le responsabilità. Creare un luogo fisico bello, comodo, funzionale in cui la cultura, il confronto continuo, l’istruzione possano far crescere la nostra comunità è certamente il massimo risultato a cui un’amministrazione può ambire. L’emozione ed anche la responsabilità nell’aver contribuito a tutto ciò, è stata enorme.

Dai suoi post però è emersa anche un po’ di amarezza. Quando parla di tifo contro.

Non sono amareggiato. Ma ho certamente passato mesi difficili. Perché che ci sia un forte interesse collettivo per l’andamento dei lavori che riguardano l’investimento di ingenti risorse pubbliche, è non solo normale ma anche auspicabile. E’ una forma di controllo e di stimolo utile al benessere collettivo. Quello che, però, invece mi ha talvolta addolorato, è stato proprio il tifo contro. Si può essere d’accordo o meno su una progettazione o una modalità di lavoro, ma tifare perché un’opera non si realizzi, si verifichino dei problemi, succedano cose che testimonino un fallimento, è inaccettabile. Perché non significa tifare contro una persona o una parte, ma contro la stessa comunità che ci ha eletto dandoci fiducia. E verso la quale abbiamo un dovere: quello di non far mai prevalere l’interesse di parte, rispetto a quello collettivo.