REGIONALI, CON DIMISSIONI ZINGARETTI COSA ACCADRA? I NOMI E LE ALLEANZE NEL LAZIO 

“La legislatura regionale è conclusa abbiamo approvato il collegato in bilancio in giunta che sta per andare in consiglio, molto importante. Si può fare in due o tre settimane, subito dopo io mi dimetterò”. Le parole del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, neo eletto alla Camera dei deputati, sono arrivate dritte al cuore del Consiglio regionale del Lazio, dove nel lunghissimo corridoio che dall’Acquario conduce alla balconata, non si è parlato altro che di data delle elezioni e candidature. Eh si, perché la volata che porterà alla prossima tornata elettorale, come ventilato dallo stesso governatore dem, si svolgerà nell’arco che va dal 18 dicembre a fine gennaio: molto dipenderà anche dai tempi di approvazione del collegato di bilancio. Lunedi alle 15, in Sala Etruschi, è previsto l’avvio dell’iter in commissione “Bilancio, programmazione economico-finanziaria, partecipazioni regionali, federalismo fiscale, demanio e patrimonio”, che licenzierà il testo per poi essere discusso in aula della Pisana. Anche dalla velocità di approvazione del testo si potrà capire se le Regionali si svolgeranno già tra due mesi oppure si scavallerà il 2023. Vedremo.

I rumors dicono che Zingaretti avrebbe gran voglia di dimissioni: in tal senso, lo conosciamo bene, quando decise di lasciare la segreteria nazionale del Pd, non ci furono santi in grado di fermarlo: lasciò il testimone senza se e senza ma. E le sue decisioni avranno un gran peso politico sulle strategie elettorali, che dovranno per forza di cose svolgersi in tempi ristretti. E, in molti casi, le alleanze sono ancora in alto mare. Lo sa bene il centrosinistra col Pd che vorrebbe il campo largo e svincolare la questione Lazio dalle dinamiche nazionali: l’obiettivo è un accordo unitario Pd-M5S e Azione, accordo che se venisse a mancare potrebbe significare il passaggio alla regione in mano al centrodestra. Accordo unitario tutt’altro che facile visto e considerato che a livello nazionale i grillini e Conte la strada l’hanno intrapresa, Calenda e Renzi sono nel terzo polo e in mezzo ecco il Pd a cercare da fare da pontiere. Sapremo a breve. Più fluida la situazione nel centrodestra, vittorioso alle ultime Politiche, e pronto a scalzare il centrosinistra dall’alta poltrona regionale: l’alleanza c’è, si parla chiaramente dei nomi dei candidati presidente.

Negli scorsi giorni era uscito fuori il grande classico Maurizio Gasparri di FI. Molto più probabile, però, – e non potrebbe essere altrimenti – che si punti su un nome targato Fratelli d’Italia, Rampelli è quello che va per la maggiore in queste ore ma la scelta potrebbe essere legata anche a quello che farà il Pd: se quest’ultimo dovesse proporre la Madia, a quel punto anche il centrodestra potrebbe puntare su una donna. Ad esempio Chiara Colosino, neo parlamentare, attuale consigliere regionale e presidente della commissione Trasparenza in Pisana, fedelissima di Giorgia Meloni. Tornando nel centrosinistra, ad oggi la candidatura più gettonata è quella di Daniele Leodori, vice di Zingaretti e grande fautore del campo largo. Questo dunque quello che si vocifera nei meandri della Pisana, vedremo cosa sarà vero e cosa no. Intanto occhi puntati al collegato di bilancio, da cui molto si potrebbe comprendere in ottica elezioni…