VIA D’AMELIO, S. BORSELLINO (FRATELLO PAOLO BORSELLINO) A RADIO CUSANO

VIA D’AMELIO, S. BORSELLINO (FRATELLO PAOLO BORSELLINO) A RADIO CUSANO: LA MAFIA HA CAMBIATO STRATEGIA ED È ESTREMAMENTE PIÙ PERICOLOSA. È COME UN CANCRO E IN PARTE SONO D’ACCORDO CON SAVIANO

“Sono stato invitato dalla presidente Colosimo in persona a partecipare a una convocazione della commissione antimafia, solo che ho problemi di salute e ho detto che non mi potevo spostare. Quindi diciamo avevo rinunciato. Poi però è arrivato da parte del mio avvocato una sollecitazione ad accettare una eventuale convocazione e allora ho comunicato alla stessa Colosimo che mi ha assicurato che a breve sarò convocato insieme al mio avvocato”.
Così ha dichiarato Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via d’Amelio, ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Roberta Feliziani e Fabio Salamida in radiovisione su Radio Cusano Campus e Cusano Italia Tv.
“Insieme al mio avvocato ho fatto alcune richieste alla Colosimo – spiega Borsellino- tra queste quella di essere convocato insieme ad alcuni miei collaboratori che hanno e stanno indagando, e che stanno guardando tutte le foto girate in via D’Amelio subito dopo la strage per riuscire a individuare i movimenti delle persone e, quindi, riuscire a capire quello che ancora purtroppo è un mistero”.
“Un mistero a mio avviso – continua il fratello del giudice assassinato- perché non si ha abbastanza sulla sparizione di questa gente. Ci sono stati anche negati dei rullini che sono stati girati e di cui sappiamo l’esistenza da parte delle emittenti. Speriamo che, attraverso la commissione antimafia, si possa avere accesso.”
Alla domanda sulla possibilità e l’efficacia delle commissioni parlamentari, Salvatore Borsellino ha continuato dicendo: “Se indagano nella maniera giusta possono essere sicuramente uno strumento utile. Possono aggiungere sicuramente dei tasselli alla verità. Per esempio, in commissione antimafia precedente si è indagato sull’assassino di Attilio Manca. Processualmente era stato spacciato come un suicidio, invece si riaprirà il caso e si potrà arrivare alla verità sull’assassinio. Sicuramente non si trattò di un suicido.
Chiedo giustizia, soprattutto per quei casi in cui c’è l’ implicazione di uno Stato deviato. In via D’Amelio non è stata soltanto una strage di mafia, è stata anche una strage di Stato. E purtroppo di stragi nel nostro paese ce ne sono tante”, sottolinea il fratello del giudice ucciso dalla mafia.
In merito alla questione della presunta invisibilità della mafia, Borsellino ha precisato: “La mafia ha cambiato strategia dopo l’attacco frontale allo Stato che ha portato le stragi dal ‘92 al ’96. La mafia, anzi le mafie (perché forse è meglio parlare di mafie visto il sopravvento nella società criminale della ‘ndrangheta) si sono inabissate e hanno scelto un altro tipo di strategia.
Questa – ha spiegato Borsellino – non è visibile all’opinione pubblica ma riguarda le infiltrazioni nell’amministrazione pubblica, la corruzione e l’accaparramento degli appalti. La strategia è cambiata, è meno visibile e quindi dà all’opinione pubblica l’impressione che la mafia in qualche maniera sia silente. Ritengo che la mafia oggi sia estremamente più pericolosa perché è come un cancro”, sottolinea il fratello di Paolo Borsellino ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Questa è la mafia. È entrata in metastasi e si è insinuata nel nostro organismo e nel Paese e, in quanto tale, è più difficile da individuare e anche da combattere”.
L’intervista si conclude con alcune parole sulle recenti dichiarazioni di Saviano in merito alla presunta vocazione mafiosa dell’Italia.
“Sono in parte d’accordo con Saviano, ma non direi a vocazione mafiosa” spiega Borsellino. “Sicuramente però la tendenza è quella di convivere in qualche maniera con la mafia ed è una tendenza che purtroppo arriva anche da parte della politica. Addirittura è stato detto esplicitamente da un ministro di un passato governo che con la mafia si può convivere. Ecco non è così. La mafia dev’ essere respinta in tutte le sue implicazioni, in tutte le sue eccezioni, va combattuta in ogni maniera”, conclude Salvatore Borsellino.