Nasce l’associazione politica e culturale Nel Merito.

Luca Andreassi, ingegnere, professore universitario, vicesindaco con delega ai lavori pubblici ed alla trasformazione digitale di Albano, sta lavorando a un nuovo progetto, l’associazione “Nel merito”. Non ce n’erano già abbastanza di contenitori politici?

Di contenitori politici ce ne sono tantissimi. Non mi pare, però, che i risultati siano eccellenti, data la disaffezione dei cittadini verso la politica e l’impegno civico in genere.

Lei pensa quindi di avere la soluzione?
Sì. La soluzione è impegnarsi per sperimentare nuove strade, nuovi metodi, nuovi modelli sia per attivare le persone competenti a mettere a disposizione il loro sapere per lo studio ma anche la messa in pratica di soluzioni, e anche per creare nuove modalità di comunicazione e relazione con i cittadini. Per entrambi gli obiettivi, si parte dalla convinzione che occorra evitare posizioni ideologiche o superficiali, e entrare sempre nel merito delle questioni. Da qui il nome dell’Associazione. Il cui simbolo richiama i gradini del percorso di crescita che tutti dobbiamo fare per imparare, studiando e sperimentando. Per diventare capaci.

Si spieghi meglio.
I contenitori politici odierni sono le curve da stadio. Ideologizzate, faziose, rissose. Noi siamo il rettangolo verde, il campo dove 22 persone in pantaloncini e scarpini giocano la partita.

Detto così sembra quasi la dichiarazione di intenti di un nuovo partito.
(ride) Sono sicuramente ambizioso, ma non fino a questo punto! Certo è che l’associazione Nel Merito è un progetto collettivo, che rappresenta la naturale evoluzione di un percorso che sto portando avanti da anni insieme a tanti amici, impegnati nelle amministrazioni locali o che vi hanno maturato una lunga esperienza, o giovani che vogliono impegnarsi.

Interessante. Pone dei confini territoriali al progetto?
Per ora sì, al centro c’è naturalmente il connubio “competenza e territorio”. Nello specifico, mi riferisco al territorio di Roma e della sua provincia. Si continua a gestire questo spazio con una separazione rigida tra la capitale e il resto del territorio provinciale, spesso visto come un luogo dove scaricare i problemi di una grande città. Il fallimento dell’attuale Città Metropolitana è sotto gli occhi di tutti. Bisogna recuperare, invece, il vero senso di un’area integrata che riesca a crescere insieme, che riesca a fare della sua complessità il suo volano, potendo competere senza timori con altre aree metropolitane europee per bellezze artistiche e paesaggistiche, per opportunità in genere. Ma non certo per i servizi e la qualità della vita, per cui siamo drammaticamente in fondo alla classifica.

Secondo lei perché ci si trova in questa situazione?
Per tante ragioni, ma metterei al primo posto l’inadeguatezza di una classe dirigente romana trincerata dentro i confini del raccordo anulare, che la provincia non solo non la valorizza, ma nemmeno la conosce. A cui si aggiungono, dall’altro lato, un provincialismo e un campanilismo strutturali che hanno impedito agli amministratori di Comuni limitrofi di stabilire rapporti di collaborazione e lavoro di rete solo per il gusto di posizionare ciascuno la propria bandierina. Dobbiamo abbattere gli steccati e proporre una visione unica e condivisa da attuare su territori omogenei. Servono una nuova visione e nuovi metodi, sia per Roma sia per la sua Provincia.

Quando si parla con lei non si può non parlare di gestione dei rifiuti. Sembra proprio di parlare di quei distretti omogenei in cui chiudere il ciclo dei rifiuti.

Senza dubbio. I rifiuti sono centrali nella mia vita e lo saranno all’interno dell’associazione. Se non altro per i diversi assessori all’ambiente presenti. Una politica condivisa dai comuni della Provincia rappresenta l’unica possibilità di dialogare con Roma alla pari, piuttosto che subirne le scelte. Ma mai assumendo posizioni aprioristiche del “no”, proponendo invece sempre proposte e soluzioni tecnologiche, dimostrandone la bontà numeri alla mano. Naturalmente, però, l’associazione si occuperò di molti altri temi.

Quali?
Dalle politiche sociali alla cultura, dalle smart city alla rigenerazione urbana, dallo sport alle politiche educative, tratteremo ogni tema. Qui però lasciatemi soffermare su una questione: la lotta al linguaggio d’odio. Siamo convinti che social e nuove tecnologie possano essere utilizzati per migliorare le relazioni umane e anche le capacità di partecipazione alla vita pubblica. Ma bisogna smettere di inseguire l’escalation di fake news e linguaggio irrispettoso e insultante che ormai è diventato di uso comune. La coesione sociale deve essere salvaguardata anche non cedendo alla tentazione di cavalcare qualsiasi dissenso in modo strumentale e soprattutto senza rispetto per gli avversari. Sarà sicuramente un piccolo contributo, rispetto alla violenza che è esplosa nel mondo, ma ognuno deve fare la propria parte.

E’ dunque un’associazione apartitica? Come si concilia con la sua collocazione politica?

L’associazione è indipendente ed è naturalmente aperta a tutti. Detto questo, non sarà possibile prescindere da un’impostazione pragmatica e riformista, lontana da estremismi di ogni tipo. Certo è che la mia esperienza recente mi ha portato alla consapevolezza che non basta dirsi moderati per esserlo davvero, e soprattutto per escludere l’utilizzo di slogan e parole vuote. Ho fatto molta fatica a trovare nei partiti un luogo in cui poter discutere e approfondire, senza essere costretti a lottizzare i temi ideologicamente. Alla fine abbiamo capito che questo spazio per entrare nel merito dovevamo costruircelo da soli. E adesso lo riempiremo di persone e contenuti.