CASO CUCCHI, ILARIA CUCCHI A RADIO CUSANO: “NON SONO STATI ASSOLTI, È SOLO INTERVENUTA LA PRESCRIZIONE”. SUL REATO DI TORTURA: “NON VI PREOCCUPATE CHE CON NORDIO NON VERRÀ TOCCATO”
“Non sono stati assolti, è intervenuta semplicemente la prescrizione. Il caso giudiziario che riguarda la morte di mio fratello, è forse l’esempio più eclatante di quanto le lungaggini della giustizia possano costare al processo stesso e quelle che ne sono le parti”.
Così è intervenuta a Radio Cusano, durante il programma “L’Italia s’è desta”, Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, in merito alla sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritti i reati di falso contestati ai due carabinieri, Roberto Mandolini e Francesco Tedesco, nell’ambito dell’omicidio del fratello Stefano.
“Quattordici anni di processi è davvero un record”, ha dichiarato Ilaria Cucchi. “Questa sentenza la vivo non come una nostra sconfitta, ma come la sconfitta della giustizia. Oggi si vuole tornare a mettere mano sul tema della prescrizione perché probabilmente fa comodo. Se il processo riguardasse me, sicuramente non mi vorrei mai avvalere della prescrizione, sapendo di essere innocente”.
Su un’eventuale proposta per porre un limite alla prescrizione per determinati casi, Cucchi ha proseguito, “Probabilmente bisognerebbe ragionare sul fatto di applicare la prescrizione per i cosiddetti ‘reati minori’, ma certamente non nei casi come quello del calciatore Bergamini, un omicidio volontario. Perché poi chi ne fa le spese sono sempre le famiglie, non qualcun altro”.
In merito all’ultima udienza e alla sua assenza in aula e quella dell’avvocato, la senatrice di AVS ha poi continuato, “Nulla di studiato, non era un segnale che volevo mandare. Il segnale è semplicemente quello che mi sono stancata, i miei genitori si sono entrambi ammalati, mia madre nel frattempo è morta e si sono e ci siamo ammalati proprio di quei processi”.
Durante l’intervista si è anche parlato delle diverse proposte di legge presentate dal governo per l’abolizione del reato di tortura. “Ovviamente – ha sottolineato Cucchi – sappiamo che nel momento in cui il ministro Nordio dice che metteremo mano all’articolo, non vi preoccupate che il reato non verrà toccato. Sappiamo benissimo che, purtroppo, questo governo e questa maggioranza stanno facendo delle cose in barba a tutte le regole, stanno sfornando decreti legge uno dietro l’altro per fare in modo che la destra portasse a casa tutto quello che voleva e, aimè, temo che sarà così anche in questo caso, e allora saranno problemi seri”, ha ribadito Ilaria Cucchi.
Al termine dell’intervista si è anche affrontato il tema del rapporto tra media e giustizia e se sia funzionale o no spendersi mediaticamente per la verità.
“Questa è una violenza che si va ad aggiungere a quella a cui già siamo sottoposti da parte dello Stato nel mio caso, ma è anche qualcosa di indispensabile. Devo moltissimo a voi, ai vostri colleghi, a tutti coloro che, tramite l’informazione, hanno fatto in modo di darmi voce, di dar voce a mio fratello e hanno fatto sì che non si smettesse mai di parlare di questa vicenda”, ha sottolineato Ilaria Cucchi.
“Certo, fa riflettere il fatto che in uno Stato democratico, una famiglia debba essere costretta a mettere da parte il proprio dolore e anche il proprio pudore. Rendere pubblico il proprio dolore diventa in tanti casi importante, diventa un simbolo, un monito. Però, dall’altra, è qualcosa di estremamente disumano. Sono stata criticata anche se indossavo degli orecchini un po’ troppo vistosi, dovevo essere quella che piangeva e basta”, ha concluso Ilaria Cucchi.