CASO GREGORY, SIMONE PILLON A RADIO CUSANO

CASO GREGORY, SIMONE PILLON A RADIO CUSANO: “L’INGHILTERRA CONDANNA I BAMBINI A MORTE. SIAMO AL SOVVERTIMENTO DEL BUON SENSO”

“Stiamo valutando con la famiglia se portare la salma della piccola in Italia. Indi ha fatto comunque un grande miracolo, portare alla ribalta dei media di tutto il Mondo la possibilità di scelta dei genitori, liberi e senza intrusione, sulle cure necessarie da offrire alla propria figlia. L’Italia è stata un faro di civiltà in questo senso. L’ospedale Bambino Gesù di Roma si era offerto per un trattamento terapeutico senza accanimento”.
Sul caso della piccola Indi Gregory, morta nella notte tra domenica e lunedì, è intervenuto l’avvocato della famiglia, Simone Pillon, a Radio Cusano Campus nella trasmissione “Ferrero non solo sport”.
“Il piano era molto ricco e prevedeva anche un intervento chirurgico al cuore con uno stent o catetere che avrebbe permesso alla piccola di respirare in maniera autonoma senza bisogno dei macchinari, ma questo le autorità inglese lo hanno ritenuto inutile perché la malattia era incurabile, il che non significa incurabile”, ha proseguito Pillon.
“Avrebbe potuto vivere altri 5-6 anni di età, ma ci è stato risposto di no. Le autorità inglesi sia mediche sia giudiziarie hanno alzato un muro e si sono opposte a ogni nostro tentativo, ci siamo anche appellati all’applicazione della convenzione dell’Aia, abbiamo chiesto ai medici di collaborare, ma niente.
Ora il discorso è etico e morale – ha ribadito Pillon -fino a che punto è giusto che i burocrati decidano sulla vita dei piccoli e delle persone. Di questo passo anche in Italia arriveremo a questo punto che i giudici decideranno. Si era creato un precedente nel 2018 con il Governo Gentiloni, ma gli inglesi anche in quella occasione risposero alla stessa maniera”.
“L’Inghilterra è un Paese che condanna i propri bambini a morte” ha dichiarato l’avvocato della famiglia Gregory. “Siamo al sovvertimento del buon senso, è meglio morire che vivere, abbiamo dovuto spiegare l’ovvio nella nostra relazione. Mi rivolgerò al nostro Governo perché chieda spiegazioni a quello inglese sulla mancata attivazione sulle procedure della convenzione dell’Aia, costruite per casi come questo”, ha concluso.