CECCHETTIN, MARIO RUSCONI (ANP) A RADIO CUSANO

CECCHETTIN, MARIO RUSCONI (ANP) A RADIO CUSANO: “LA SCUOLA FA MOLTE INIZIATIVE SULL’EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITÀ, MA SPESSO LA POLITICA È DISTRATTA”

“Una delle domande retoriche più frequenti che sento ormai da troppi anni è che, di fronte a qualsiasi episodio di odio, bullismo, aggressione, femminicidio e altro, immediatamente l’opinione pubblica, e anche la politica, chiede cosa fa la scuola. Io mi permetto ogni tanto di dire cosa fa l’opinione pubblica? Cosa fa la politica, cosa fanno le istituzioni?”

Lo ha dichiarato Mario Rusconi, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, a Radio Cusano durante la trasmissione “L’Italia s’è desta”.

“Dire questo vuol dire non conoscere quello che la scuola fa e che fa su indicazione delle Istituzioni, vale a dire del Ministero dell’Istruzione”, ha proseguito Rusconi. “Mercoledì sarà presentato il progetto sull’educazione alla relazionalità, all’affettività, che non è stato fatto in seguito a questo omicidio tremendo, ma è un progetto che nasce già verso marzo-aprile e che adesso trova, a prescindere dall’omicidio di Giulia, la sua conclusione. Quindi la scuola fa molte iniziative, ma spesso le istituzioni, a cominciare da quelle politiche, sono distratte. Darei a queste persone come pena accessoria 15 giorni in una scuola perché possano vedere cosa si fa”.
Sul ruolo della famiglia, Rusconi ha continuato, “Aver sentito il padre del ragazzo che ha assassinato Giulia dire ‘è un bravo ragazzo’, vuol dire che la famiglia conosce molto poco figli. Da anni chiediamo che venga introdotta nella scuola un’équipe psicopedagogica. Lo psicologo nella scuola è stato reintrodotto brevemente, per un breve periodo durante il covid, così come il medico”, ha sottolineato. “Parlare con gli studenti, parlare con i professori e con i genitori, e così con il medico scolastico, che è stato un’istituzione fondamentale nella scuola italiana. Poi per un’insensatezza sono stati eliminati”.

“La scuola italiana rispetto a venti, trent’anni fa, non viene più incontro ai desideri culturali dei nostri studenti”, ha spiegato Rusconi. “Aldilà delle due orette di flauto che si fanno nella scuola media, c’è una vera e propria educazione alla musica nella scuola italiana? No, gli studenti vanno all’esterno a cercare. C’è l’educazione sessuale? Non esiste l’educazione sessuale. Ci sono le grandi letterature straniere? C’è il teatro? Ecco, queste sono le domande che dovrebbero farsi prima l’opinione pubblica e poi i politici. Ma per fare questo bisognerebbe avere un po’ di lungimiranza”.
Infine si è parlato degli studenti e del non-rispetto delle regole della scuola.
“Da circa un anno faccio parte di una commissione che si chiama ‘autorevolezza e rispetto’ che prevede la presenza, non solo di presidi come me, ma di pedagogisti, professori universitari, magistrati, giuristi ecc. Stiamo cercando di varare un codice comportamentale per gli studenti, quello che una volta si chiamava ‘lo statuto degli studenti’, ma attenzione – ha sottolineato Rusconi – l’autorevolezza non si costituisce solo se faccio una norma più severa. Si costituisce anche se l’insegnante ha più formazione.
Fino al 2015, unica categoria in tutto il mondo, gli insegnanti non erano obbligati ad aggiornarsi. Nel 2015 viene reso obbligatorio, ma viene lasciata alla singola scuola la scelta su cosa fare. Bisognerebbe rendere obbligatoria la formazione, non basta quella per il digitale. Bisogna rendere partecipi gli insegnanti facendo loro capire che se non diventeranno dei professionisti ben agguerriti culturalmente ed emotivamente, i genitori mangeranno sempre loro in testa”, ha concluso Mario Rusconi.