CASO CROSETTO-MAGISTRATI, ALFONSO SABELLA (MAGISTRATO)

CASO CROSETTO-MAGISTRATI, ALFONSO SABELLA (MAGISTRATO): “SCONTRO CICLICO. LE INDAGINI SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SONO DOVEROSE VISTA LA CORRUZIONE IN ITALIA”

“Il problema è che la politica non gradisce che certe azioni possano essere messe sotto controllo ad una verifica di legalità della loro azioni. E quindi ciclicamente sorgono questi scontri”.

Così ha dichiarato il magistrato Alfonso Sabella ai microfoni di Radio Cusano, durante la trasmissione “L’Italia s’è desta”, in merito alle accuse del ministro Crosetto rivolte contro la magistratura.

“Che si temano inchieste che riguardino oggi la coalizione di centrodestra è fisiologico nella misura in cui è la coalizione di centrodestra che ha espresso ed esprime i vertici dei ministeri, i vertici delle pubbliche amministrazioni. Quindi, nel momento in cui si fanno le indagini sulla pubblica amministrazione che, lo ripeterò sempre, sono indagini doverose perché il nostro Paese ha un serissimo problema di corruzione, è fisiologico che si accenda questo scontro. Oggi ci scontriamo con questa storia delle pagelle ai magistrati. A me personalmente non me ne frega niente”, ha sottolineato il magistrato.

Sabella si è anche soffermato su quali possano essere i criteri di giudizio per valutare l’operato di un magistrato. “Quando ero PM a Palermo ho arrestato migliaia di mafiosi e lavoravo su due fascicoli e quindi avevo solo due processi. Statisticamente il mio lavoro valeva due. Al tribunale di Roma facevo seicento sentenze all’anno. Ero il magistrato più laborioso d’Italia, ma lavoravo un quarto rispetto a quando lavoravo a Palermo. L’oggettività spesso centra poco”.

“Valutare i magistrati sulla base di quello che è l’esito dei loro procedimenti è qualcosa di assolutamente folle. Valutare la laboriosità di un magistrato sulla base della puntualità delle udienze è folle ugualmente, perché posso cominciare in ritardo le udienze, non perché mi sveglio tardi la mattina, ma perché magari mi arriva una telefonata dalla cancelleria che avvisa che di un avvocato bloccato e si è costretti a cominciare dopo”.

Sul prossimo concorso per la magistratura, Sabella ha poi dichiarato, “La pubblicazione e l’individuazione delle sedi dove destinare i giovani magistrati dipende sempre da scelte, come dire, politiche del codice superiore della magistratura e la destinazione, teoricamente, avviene sulla base di una graduatoria. Il problema è quando scegli le sedi da mettere a confronto che scatta il meccanismo”, ha spiegato. “Bisogna interrompere questo cordone ombelicale nefasto, e il caso Palamara è l’occasione straordinaria che abbiamo perso per recuperare senso”.

Tra i giudicanti che dovrebbero stilare questa tabella ci sarebbero gli avvocati. Possibile forma indiretta di controllo da parte della politica? Sabella ha spiegato, “È ovvio ed evidente. Ho una stima enorme per l’avvocatura e penso che gli avvocati andrebbero sempre e comunque consultati e valutati, però, per quanto riguarda le progressioni in carriera dei magistrati, credo che dovrebbero fare un passo indietro per una questione di trasparenza. Non può un avvocato andare a valutare un magistrato quando è lo stesso magistrato che può avergli dato torto o ragione in una causa che lo interessa. La verità giudiziaria non è mai quella vera, è quella che però accerta tutta una serie di elementi oltre ogni ragionevole dubbio”, ha concluso Alfonso Sabella.