CALCIO, MARCO SIMONE (EX MILAN): “WEAH? SOTTO LA DOCCIA NE AVEVA MOLTA DI CONCORRENZA. NON È CHE GULLIT E RIJKAARD FOSSERO DA MENO”
“Weah era impressionante anche sotto la doccia. Posso solo dire che in quella squadra aveva una grande concorrenza con Ruud Gullit e Frankie Rijkaard su tutti, ma non solo. Chi? Vi basta riguardare quella rosa e lo capirete facilmente chi competeva in tal senso. A parte le doti ‘da doccia’, comunque, quello era un Milan di tanti ragazzi che piacevano. C’erano per esempio Paolo Maldini e Billy Costacurta. E Bubu Evani.”
Così ha dichiarato Marco Simone, ex attaccante del Milan che militò anche nel Paris Saint-Germain e nel Monaco, ospite a “Bagheera” morning show di Radio Cusano condotto da Bussoletti e Arianna Caramanti.
“Diciamo che la maggior parte delle marachelle le ho fatte con George Weah”, ha continuato l’ex rossonero. “Soprattutto quando ero scapolo e lui per circa un anno venne a vivere da me. Ma sono marachelle che sono irraccontabili per cui la finisco qui”.
Sulla scarpa bianca “Inventai la scarpa bianca? E’ vero, ma sono un inventore poveraccio. Le indossai per la prima volta nel 1995, nella finale di Coppa di Campioni contro l’Ajax, quando tutti i calciatori avevano gli scarpini neri e fu una cosa mai vista prima. Se avessi potuto tecnicamente depositare quell’idea, sarei diventato miliardario ma era impossibile depositare ‘il colore bianco’. Comunque l’anno dopo tutte le marche mondiali, da Nike ad Adidas, non fecero più le scarpe nere”.
Marco Simone si è poi soffermato anche sulla storica tripletta al Rosenborg in Champions.
“Sono rimasto nella storia per aver segnato tre gol in diciannove minuti al Rosenborg in Champions? E’ vero ma forse là non se lo ricordano con altrettanta gioia. Una volta mi proposi come allenatore e mi attaccarono il telefono in faccia. Ora il record è di Lewandowski ma non sono dispiaciuto. I record sono fatti per essere battuti e a me resta comunque un ricordo indelebile”.
E infine sul passaggio al Psg “In otto stagioni al Milan ho vinto quattro campionati italiani, due Coppe dei Campioni/Champions League, due Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe UEFA e tre Supercoppe italiane. Poi il ciclo è finito e non avevo voglia di giocare per nessun’altra squadra in Italia. Potevo, per esempio, andare alla Juventus, che rispetto molto come club, ma preferii l’esperienza all’estero”, ha sottolineato l’ex Milan. “Nel 1998, in modo del tutto inatteso, io andai al Psg e Gianluca Vialli, scomparso un anno fa, al Chelsea. Fummo i primi due italiani a lasciare la serie A per l’estero, tra l’altro in quel periodo anni novanta dove il calcio più importante in Europa era in Italia. Ora i giovani partono di più? E’ brutto a dirsi ma vanno dove sta il Dio denaro, dove la moneta è più importante”, ha concluso Marco Simone.