ABUSO D’UFFICIO, SABELLA: “ABOLIRLO E’ TOGLIERE DETERRENZA ENORME”

ABUSO D’UFFICIO, A. SABELLA (MAGISTRATO): “ABOLIRLO SIGNIFICA TOGLIERE UNA DETERRENZA ENORME”. E SUL CASO OLINDO E ROSA: “VITTORIA DELLA GIUSTIZIA, MA ATTENZIONE…”

“Cancellare l’articolo 323 anche per un solo giorno dal codice penale significa creare una sacca di impunità assoluta per tutti i comportamenti fatti prima e fatti dopo. Tra qualche mese, saremo costretti a reintrodurlo perché non si può fare a meno di questa disposizione”. A parlare è il magistrato Alfonso Sabella, intervenuto durante la trasmissione di Radio Cusano, “L’Italia s’è desta”, a proposito della vicenda legata all’abuso d’ufficio. “Il problema è che se i trattati europei che abbiamo sottoscritto ci impongono di punire questi comportamenti, e noi decidiamo di non farlo, prima o poi saremo costretti”, ha continuato Sabella. “Questo porterà alla cancellazione di tutte le condanne che ci sono state. Questa abolizione è devastante per l’ordinamento”.

Rispondendo alla domanda se si trattasse di normalizzazione dell’abuso di potere, Sabella ha spiegato: “Questa è la parte più grave. Questa è la parte giuridica, poi c’è la parte sociale. La norma dell’abuso d’ufficio è sempre stata presente nel nostro ordinamento, è una norma che ha un’efficacia deterrente. Stiamo legittimando l’abuso di potere, abolirlo significa togliere una deterrenza enorme. Domani ci sarà un presidente di regione o un ministro dell’economia che, invece di andare sulla base dei criteri automatici previsti dalle disposizioni, prenderà e trasferirà ai sindaci del suo schieramento politico più risorse e agli altri non darà niente. Oggi non lo fanno, ma domani lo potranno fare tranquillamente”, ha dichiarato il magistrato.

E sulla reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati Sabella ha continuato dicendo: “Non ne faccio parte e non mi interessa quello che fanno. È un’associazione privata non riconosciuta, quindi ha un valore molto relativo. Non mi pongo il problema, per me è lavoro in meno che arriva. Ma mi pongo il problema da cittadino e, certamente, non è un buon segnale che stiamo dando”.

Su 5400 provvedimenti di abuso d’ufficio, nel 2023 solo 9 hanno prodotto una condanna. Su questo Sabella ha dichiarato: “Pensate che abolendo l’abuso d’ufficio si aboliranno le denunce? Quelle sono le denunce dei cittadini, i cittadini le fanno inevitabilmente e il PM deve iscrivere al registro degli indagati e archiviare il 95% dei casi. Non arrivano nemmeno al gip”, ha sottolineato il magistrato. “Non possiamo tappare la bocca ai cittadini dicendogli di non denunciare se ritengono di aver subito un torto. Questi numeri non sono un problema, non intaccano le procure. Il problema che creano è il danno all’immagine. Lavoriamo su questo, riduciamolo, facciamo capire ai giornalisti e ai cittadini che la mera iscrizione al registro degli indagati o un’informazione di garanzia equivale a niente”.
E infine, riferendosi alla completa revisione disposta dal giudice al processo di Olindo e Rosa, il magistrato Sabella ha concluso dicendo: “Si tratta di una vittoria della giustizia, perché significa che la nostra giustizia, se per caso ha fatto degli errori facendo condannare degli innocenti, ha gli strumenti al suo interno per riparare a quell’errore. La revisione si basa su nuove prove, si valuta se queste nuove prove, unitamente a quanto emerso precedentemente, possano portare al proscioglimento. Però attenzione, la Corte d’appello di Brescia non ha avviato il procedimento di revisione, non ha dichiarato inammissibile l’istanza, a marzo si deciderà sulla revisione”, ha concluso il magistrato Alfonso Sabella.