SOCIAL, PARLA DON ROBERTO FISCER (TIKTOKER)

SOCIAL, DON ROBERTO FISCER (TIKTOKER): “PRETI E DJ SONO LA STESSA COSA. L’ALTARE È LA NOSTRA CONSOLLE”

“Ero un dj e poi ho ricevuto la chiamata e sono diventato un prete. Il passaggio può sembrare ardito e invece per me è stato naturale. Forse perché, secondo me, sono un po’ la stessa cosa: c’è un pubblico e c’è anche una consolle, che nel mio caso adesso è l’altare. La grande differenza è quello che ti resta alla fine della performance. Quando uscivo dalla discoteca, non mi rimaneva nulla. Mi sentivo vuoto. Ora sento di poter aiutare davvero le persone.”
Queste le parole di Don Roberto Fiscer, TikToker di successo che ha collaborato con artisti famosi come Rovazzi e Álvaro Soler, intervenuto durante il morning show “Bagheera” condotto da Bussoletti e Arianna Caramanti tutti i giorni su Radio Cusano Campus.
Da tempo Don Roberto Fiscer pubblica sui social divertenti video di vita cristiana in cui si mostra come un prete piuttosto fuori dagli schemi. Molto amato per questa ragione dai ragazzi, ha spiegato per quali ragioni segue questa strada.
“Ho avuto l’intuizione di creare delle parodie a sfondo religioso delle canzoni famose” ha proseguito il TikToker. “La più riuscita, forse, è ‘Ci andiamo a confessare’ parodia del noto tormentone di Rovazzi. Lui si è così tanto divertito che mi ha contattato e abbiamo iniziato una collaborazione. E’ successo anche con altri come Álvaro Soler”.
Sulla necessità di reinventare il linguaggio della Chiesa: “Lo ammetto, ci sono tante cose che andrebbero aggiornate nel modo di comunicare. Credo che la gente senta la distanza anche per alcuni modi di interagire che non sono più in linea con questi tempi. Ovviamente non parlo della Messa, che ha una sua sacralità per me inviolabile, ma di altri aspetti legati alla vita della parrocchia. In questo senso ho aperto un profilo TikTok e sono molto attivo.
L’età media della Messa è di 80 anni. Questo spaventa molto alcuni ragazzi”, ha precisato. “Per esempio, i fedeli boomer sono tra i più dannosi in tal senso perché protestano per cose per me futili. Non va bene che tengo il cappelletto in testa, che ci sia un pallone in chiesa e tante altre cose che, secondo me, aiuterebbero i più giovani a ritornare all’oratorio dove si crea e si sviluppa la vita di una comunità”, ha concluso Don Roberto Fiscer.