Politica, istituzioni e nuove generazioni. Il nostro giornale ha intervistato Silvia Viti, Vicesindaco e Assessore a Politiche sociali presso Comune di Olevano Romano. Ne è uscita una chiacchierata interessante e ricca di spunti.
Salve vicesindaco, lei ha meno di trent’anni e ricopre ruoli chiave in una amministrazione comunale. Una eccezione alla regola?
Innanzitutto, grazie per avermi coinvolta in questa intervista. Non la definirei un’eccezione alla regola. Credo invece che l’Italia sia un Paese per giovani, che il più delle volte sono disillusi dalla politica e disaffezionati. Alcuni ci definiscono un paese senza futuro, credo al contrario che siano i giovani a doversi spendere affinché non sia più così. Non senza sacrifici, certo, ma se guardiamo al passato, i nostri nonni, si sono “rimboccati le maniche”. Le giovani generazioni devono pensare che non siamo più il futuro, siamo il presente e non possiamo permetterci di aspettare che siano altri a darci fiducia e speranza: dobbiamo creare noi il paese che vogliamo. Ho iniziato a seguire e ad appassionarmi alla politica durante il liceo, seguendo la passione di mio padre. Il primo ruolo elettivo che ho ricoperto fu essere Presidente del Forum dei Giovani di Olevano R. all’età di 20 anni. Successivamente come Consigliere di Minoranza e oggi come Vicesindaco e Assessore. Ho sempre reso esplicito il mio pensiero vicino alle idee e ai valori della destra, oggi sono orgogliosamente parte del gruppo Politico che fa riferimento all’ On. Luciano Ciocchetti Vicepresidente Commissione Affari Sociali alla Camera dei deputati, all’ Ass. Regionale alle Politiche Sociali Massimiliano Maselli, al Cons. Regionale Edy Palazzi vicepresidente Commissione Cultura, al Consigliere di Città Metropolitana Stefano Cacciotti ed a Francesca Barbato Consigliere Capitolino.
Come è fare politica alla sua giovane età? Quali i suoi principi ispiratori?
Relazionandomi quotidianamente con i miei colleghi, che hanno quasi tutti circa 20 anni di differenza con me devo dire che il mio essere under 30 non si nota affatto; anzi lavoriamo con stima ed entusiasmo tali da considerarci sempre allo stesso livello, sindaco compreso. Il principio che guida la maggior parte delle mie scelte e delle mie azioni è pensare che un amministratore locale oggi, benché possa essere definito un “soldato in trincea”, debba saper ascoltare. Ascoltare i bisogni della gente, stare in mezzo alla gente. Guidare una comunità non è semplice; spesso le aspettative dei cittadini sono alte, anche più delle effettive possibilità e strumenti che si hanno a disposizione, ma una cosa che ho capito è che, anche se una problematica non può essere risolta a 360°, in parte può essere sempre affrontata. Credo che Nel mezzo dell’attività di amministratore ci siano cose urgenti, cose necessarie e cose importanti. La mia attività si esplica sempre su questo trinomio di situazioni e sempre e solo con l’obiettivo a lungo e breve termine di migliorare e semplificare la vita delle persone della mia comunità. Fare politica a questa età comporta sicuramente più rinunce che se fatta in età avanzata. Comporta il dover avere la capacità di proiettarsi nel futuro, di affrontare problematiche anche serie, argomenti complessi non certo leggeri. Comporta essere mentalmente e fisicamente stanchi per fare le 3:00 del mattino in un venerdì seraqualunque e anche trascurare un po’ amicizie ed altri interessi, ma la passione non ti fa sentire la fatica. Siamo un gruppo di persone con professionalità eterogenee, molto coeso e ben integrato; Il sindaco è un bravo professionista con elevate competenze giuridiche ed economiche. Quindi credo che sia anche un’esperienza formativa dal punto di vista delle competenze “tecniche” e più specifiche.
La sua figura rappresenta un po’ il riscatto e una smentita verso tutti coloro che dicono che la classe dirigente politica d’Italia sia in crisi? Cosa ne pensa?
Grazie per l’ottimismo ed i complimenti. Io non credo che attualmente la classe politica dirigente in Italia sia in crisi. Credo piuttosto che ci sia in alcuni casi una crisi “spirituale”, una “deriva” di valori fondamentali. Gli elettori hanno delegato ad una classe politica dirigente la missione di tracciare la rotta e questa classe appare a mio avviso assolutamente capace di individuarla a cospetto di una risentita e minoritaria opposizione da sempre forgiata in prese di posizione scevre dalla sostanza vera delle questioni. Non si può fare di tutta l’erba un fascio, sicuramente ci saranno pecore nere come in ogni situazione ma credo che la crisi di una intera classe dirigente si manifesti quando a governare sono persone avulse totalmente dal mondo politico, persone senza un minimo di “Cursus Honorum”, senza un senso vero di appartenenza, di identità e valori da traslare nelle proprie scelte quotidiane e strategiche.
Ad Oleavano Romano, ha un assessorato molto importante, oltre a essere vice del primo cittadino. Ci racconta un po’ la sua attività istituzionale. Quali i progetti a cui tiene di più?
L’attività istituzionale si esplica in azioni volte a risolvere problemi semplici e quotidiani delle persone; quindi, piccole “emergenze” che sono anche facilmente risolvibili tramite i nostri uffici e in questioni che invece vanno affrontate pensando al lungo periodo e a come cambiarle per migliorare la qualità di vita dei cittadini. Per fare due esempi, sto analizzando il regolamento delle tariffe relative alla refezione scolastica insieme all’Ufficio Finanziario per capire se ci sono margini per rivederlo in un’ottica di distribuzione più equa del costo sostenuto dalle famiglie; stiamo lavorando per arrivare ad una digitalizzazione dei servizi di iscrizione, gestione e pagamento di mensa e trasporto scolastico ad oggi frammentati e alcuni ancora ancorati ai modelli cartacei. Non ci sono progetti a cui tengo di più e altri a cui tengo di meno, sicuramente l’assessorato alla Scuola mi entusiasma molto, sto scrivendo un progetto che presenterò a breve all’Istituto Scolastico che permetterà ai nostri ragazzi di conoscere meglio il nostro territorio e la storia di monumenti, Chiese, Strade che vedono tutti i giorni ma di cui non conoscono tutti le origini, ed un altro relativo all’educazione stradale per promuovere la cultura della sicurezza in strada. Con riferimento all’Assessorato ai servizi sociali invece progetti importanti sono i PNRR; C’è il progetto PIPPI per l’educazione domiciliare dei soggetti vulnerabili, c’è il Dopo di Noi per le persone con disabilità e poi la stazione di Posta che sarà un centro servizi per il contrasto alla povertà in cui le persone svantaggiate potranno ricevere assistenza e consulenza su vari aspetti della loro vita quotidiana ed infine un appartamento per anziani non autosufficienti. Progetti che in tutto hanno un costo di più di tre milioni di euro, per i quali a breve cominceranno le progettazioni e successivamente la realizzazione e l’attivazione dei servizi a livello distrettuale