BOICOTTAGGIO UNIVERSITA’, FIANO (COMUNITA’ EBRAICA MILANO)

BOICOTTAGGIO UNIVERSITA’, FIANO (COMUNITA’ EBRAICA MILANO): E’ PROPRIO DALLE UNIVERSITA’ DI ISRAELE CHE PARTE PROTESTA CONTRO NETANYAHU. CRESCE CLIMA ANTISEMITA

“Mi rendo conto di un clima terribile che proviene dalle immagini che abbiamo ricevuto dal 7 ottobre in poi, prima di Hamas e poi per le tremende scene di morte a Gaza. Ma le questioni che pongo sulle proposte di boicottaggio che stanno diffondendosi nelle università italiane, e non solo italiane, sono due: una di merito e una di metodo” così ai microfoni di Radio Cusano, nel corso della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal Direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani, Emanuele Fiano, già deputato del Partito Democratico e membro della Comunità Ebraica di Milano, in merito alle proteste da parte degli studenti universitari. “Comincerei dalla seconda, quella circa il metodo” spiega “penso che sia sempre un gravissimo errore interrompere le collaborazioni culturali, intellettuali con il mondo dell’università di un altro paese. Vorrei anche dire, a chi non conosce Israele, che è proprio nelle università di Israele che sorge, si rafforza, si qualifica la massima protesta contro le politiche del governo di destra. E’, cioè, nelle università israeliane che è sorto il movimento ‘Pace Adesso’. Ma a prescindere da questo, non deve mai essere interrotto il dialogo con la società civile di un paese”. E prosegue “oltre a questo mi interrogo come mai le stesse reazioni non ci sono, o non sono avvenute in questi anni, da parte degli studenti universitari nei confronti della Russia di Putin. Piuttosto ci sono state nei confronti di altri paesi che, a conoscenza di tutti noi, stanno commettendo crimini terribili. L’altra questione è il merito: questo paese ha già conosciuto leggi discriminatorie che si sono applicate proprio ai luoghi dello studio. Ma lo studio per sua natura deve essere libero, il confronto con i docenti e con gli studenti israeliani deve essere libero, esattamente come deve esserlo con i palestinesi o con gli studenti di qualsiasi paese del mondo. Io sono sempre stato contro tutti i boicottaggi -precisa Fiano- perché ritengo che il boicottaggio vada sempre a colpire i più deboli e non i loro governanti che sono i responsabili”. Circa un eventuale isolamento di Israele sullo scenario internazionale ha risposto “io sono tra i firmatari del manifesto di sinistra per Israele, un’associazione che da 60 anni si batte per la pace in Medio Oriente. Lo abbiamo presentato l’altro ieri a Roma, è stato firmato da personalità eccellenti del mondo della sinistra e lo presentiamo questa sera a Milano”. E precisa “non è vero che non esiste un comportamento critico di chi vuole salvaguardare insieme due diritti e se applicheremo sempre questo principio saremo molto più capaci di esprimere contemporaneamente una critica radicale, durissima al comportamento del governo Netanyahu, non solo di adesso ma degli ultimi anni: dal procrastinarsi dell’occupazione della Cisgiordania, alla proliferazione degli insediamenti, all’aver chiuso gli occhi sulla violenza che alcuni coloni esercitano sui palestinesi, a non credere nello stato palestinese e contemporaneamente essere terribilmente critici nei confronti di quella parte del popolo palestinese, come Hamas, che ha scelto la via del terrorismo per cercare di ottenere il suo risultato. Quindi non è vero che non c’è una protesta, io non sono a favore delle proteste unilaterali, non sono a favore né di chi difende Israele qualsiasi cosa faccia, né di chi difende la Palestina qualsiasi cosa faccia. Sono a favore di chi chiede oggi il cessate il fuoco affinché domani ci sia una pace che contempli due popoli”.
Infine, alla domanda su una eventuale percezione di un clima antisemita Emanuele Fiano ha dichiarato “c’è un aumento di atti antisemiti, meno in Italia, più in altri paesi. Nel corso del 2023 in Francia ci sono stati circa 850 atti antisemiti, con oltre 400 arresti, quindi non parliamo di frasette scherzose o di battute equivoche. In Italia, dal 7 ottobre alla fine dell’anno, ce ne sono state a decine. Io non credo assolutamente che la storia si ripeta, quindi non ho assolutamente paura che torni il fascismo, il nazismo, però posso dirle che è sempre più evidente un modo di guardare a Israele che non è un affatto equilibrato e questo diventa anche un metro di giudizio nei confronti degli ebrei”. E conclude “non c’è paura ovviamente di una shoah ma di un sempre più palese atteggiamento di disuguaglianza e discriminazione nei confronti degli ebrei”.