CARCERE, PARLA R. BERNARDINI (STATI UNITI D’EUROPA)

CARCERE, R. BERNARDINI (STATI UNITI D’EUROPA): E’ LO STATO A ESSERE IN DIFETTO CON I DETENUTI IN SOVRAFFOLLAMENTO VIOLANDO L’ART.3 DELLA CONVENZIONE. URGENTE RIFORMA GIUSTIZIA.

“Ricordiamo molto chiaramente che il signor Travaglio la definì una ‘porcata’ senza rendersi conto che si tratta di esseri umani che per Costituzione devono fare un percorso al fine di essere reinseriti nella società”. Così Rita Bernardini, Presidente dell’Associazione Radicale ‘Nessuno Tocchi Caino’ e capolista per la lista Stati Uniti d’Europa nella circoscrizione Isole, ai microfoni di Radio Cusano Campus in merito alla liberazione anticipata speciale. “Allora- spiega la Bernardini- la proposta di legge è molto semplice ed è già stata applicata nel 2014 quando un decreto legge sulla liberazione anticipata speciale prevedeva un aumento di sconto di pena, difatti già previsto dall’ordinamento penitenziario, secondo cui i detenuti che si comportano bene in carcere, che aderiscono alle poche attività proposte, hanno ogni 6 mesi questo per legge: uno sconto di pena di 45 giorni. Quindi, di fronte al problema del sovraffollamento, perché noi in Italia abbiamo un sovraffollamento nazionale che si aggira attorno al 130%, noi prevediamo come fu nel 2014 un ulteriore sconto di pena di 30 giorni. Il che consentirebbe, a un numero limitato di persone che sono vicine al fine pena, di poter uscire”. E precisa “ci sono almeno 14mila detenuti che comunque usciranno entro 2 anni, ne abbiamo 7mila che hanno un residuo di pena da un giorno a un anno, e poi gli altri da uno a 2 anni. E’ una questione di civiltà” chiosa “e parliamoci chiaro: in questo momento è lo Stato a essere in difetto, già una volta noi siamo stati condannati dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo e ci trovavamo in una situazione simile a quella attuale, proprio per violazione dell’art. 3 della convenzione”. Ma nuove strutture non sarebbero funzionali al sovraffollamento? “Intanto, quanto ci vuole e quanto ci costa costruire nuove carceri? Un occhio della testa e ci impiegano come minimo 10 anni. Nel mentre, noi accettiamo che lo Stato si comporti peggio dei criminali?” puntualizza la Bernardini che prosegue “tenete presente che chi sconta tutta la pena in carcere ha una recidiva altissima, intorno al 65%; il sistema, che è costosissimo tra l’altro, riesce a gestire 47mila posti a disposizione, invece i detenuti sono 61mila300. Senza sovraffollamento, quei 47mila detenuti che devono stare in carcere potrebbero essere curati, perché spesso sono casi psichiatrici; oppure se tossicodipendenti potrebbero fare un percorso anche psicologico; oppure lavorare, oggi il lavoro in carcere è pochissimo; fare attività culturali, in modo che la persona esca migliore di come è entrata. Queste sono tutte cose previste dalla nostra legge”. E sulla separazione delle carriere la radicale Bernardini, che sul tema propose vari referendum, risponde “Alcune volte questo referendum non riuscì ad andare al voto perché la corte costituzionale non consentì al popolo italiano di votare. Quando sono stata in parlamento dal 2008 al 2013, presentai una risoluzione che conteneva tutti i punti della riforma della giustizia e quindi responsabilità civile dei magistrati, separazione delle carriere, riforma del consiglio superiore della magistratura, incarichi extragiudiziari ecc. tutta una serie di riforme. E la cosa incredibile che accadde-sottolinea-è che questa risoluzione fu approvata e dava delle indicazioni precise al governo di metterla in atto. Accadde che Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, non ebbe il coraggio e quella risoluzione rimase nel cassetto. Intanto oggi non abbiamo nessun testo scritto. Voglio vedere come la fanno questa riforma. Nel senso che la separazione delle carriere, per esempio, può essere fatta in tanti modi, può essere appunto la separazione delle funzioni, può essere più o meno ‘mitigata’…Fatto sta che noi abbiamo un articolo della costituzione, il 111, che dice che accusa e difesa devono essere sullo stesso piano in un processo. Tutto questo però non accade perché c’è una preminenza da parte dei pubblici ministeri: quando si presentano le notizie di un’indagine che sta partendo da parte di un PM sembra già che la persona sia stata condannata, no? La famosa gogna mediatica. E noi per esempio abbiamo raccolto tantissimi casi di persone che hanno addirittura scontato il carcere ma che all’esito del processo sono risultati innocenti, estranei al reato per cui erano stati condannati”. E le misure alternative? “Si-conclude Rita Bernardini- ma c’è un abuso della custodia cautelare che è acclarato. Siamo ai primi posti in Europa, come Italia, per cui intanto ti metto in carcere e poi vediamo”.