EUROPEE, M. TARCHI (POLITOLOGO E DOCENTE DI SCIENZE POLITICA): GIORGIA MELONI CERCA DI APPARIRE COME DONNA DEL POPOLO MA SUO SCOPO PRINCIPALE È FARE POLITICA. IL M5S ORMAI È DIVENTATO PARTITO
Questa mattina è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione di approfondimento ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani, il politologo Marco Tarchi per commentare i risultati delle elezioni europee in particolare quelli della Presidente Meloni “è chiaro che Giorgia Meloni ha puntato prima di tutto sul suo partito e poi anche sulla sua nuova veste di presidente del consiglio cercando di raccogliere in sé quelle caratteristiche che potessero attirare il maggior numero di elettori. In questo senso-ha sottolineato- quella che ha attualmente è una forza diventa una debolezza in prospettiva. La forza deriva ovviamente dalla sua personalità, la debolezza in parte già lei l’ha accennata, vale a dire se non crea una situazione in cui una classe politica possa diventare per gli elettori altrettanto convincente e appetibile, naturalmente i consensi che si hanno oggi domani potrebbero per qualche ragione logorarsi”. Rispetto a una possibile somiglianza tra la Meloni e Berlusconi ha dichiarato “i personaggi sono diversi per molti aspetti, qualche punto di contatto ci può essere, ma Berlusconi traeva molta della sua forza dal fatto di apparire al pubblico come un estraneo, almeno in partenza, ma per molto tempo è riuscito a tenere in piedi questa immagine. Giorgia Meloni non ha assolutamente questo tipo di caratteristica, cerca di apparire come la donna del popolo ed ha una certa efficacia nel riuscirci in questo periodo, però non c’è alcun dubbio che la sua estrazione è quella di una che ha deciso di fare politica come scopo principale della sua vita ed è più soggetta secondo me a fluttuazioni che non sono soltanto umorali ma anche determinate dal tipo di risultati che le sue politiche riusciranno ad ottenere”. E ha aggiunto “è chiaro che per Giorgia Meloni un problema fondamentale era quello di riuscire a rimanere impermeabile rispetto alla contestazione di chi diceva ‘ma siete sempre gli stessi, la storia è quella del neofascismo e quindi del fascismo’. Per fare questo ha usato finora una tecnica piuttosto accorta e furba se vogliamo dire, per cui pur dichiarandosi totalmente estranea ad esperienze del passato non ha fatto abiure in maniera così marcata come ha fatto il suo predecessore Fini”.
Infine, sul M5S ha invece asserito “la leadership di Conte da un certo punto di vista ha rafforzato la capacità di direzione all’interno del movimento diventato ormai partito. In realtà però questo non ha soddisfatto buona parte dell’elettorato che aveva votato in passato, anche recente, per il M5S e a mio parere questo deriva dal fatto che quando un movimento politico nasce, si sviluppa, ha successo con una promessa di radicale modifica del sistema politico, si pone come forza terza, vuole contrastare, vuole addirittura demolire il bipolarismo centrodestra – centrosinistra e poi passa per tutta una serie di alleanze a geometria variabile indotta da circostanze da una parte e dall’altra, ma poi soprattutto alla fine sembra accettare una logica di allineamento ad una delle parti in campo. Ecco, questo non può che sconcertare un numero sempre maggiore degli elettori”, ha concluso.