Regionali, Cacciari (filosofo): l’astensionismo è il grido di allarme

Regionali, M. Cacciari (filosofo): “la sinistra ha poco da esultare, l’astensionismo è grido di allarme. Cresce senso di impotenza dei cittadini per scenario globale sempre peggiore”

“La sinistra esulta ma io credo che ci sia veramente poco da esultare. Al di là dell’affermazione del campo largo sulla destra, io non capisco cosa ci sia da esultare quando dal 67% dei votanti aventi diritto in Emilia della scorsa tornata elettorale si passa al 47%. Se questo astensionismo non è un grido di allarme da parte dei cittadini io non so cosa possa esserlo, forse serve che nessuno voti perché la politica si preoccupi”. Queste le parole pronunciate dal prof. Massimo Cacciari ai microfoni di Radio Cusano intervenuto durante la trasmissione ‘5 Notizie’ ,condotta da Gianluca Fabi, in merito alle elezioni che si sono svolte in Umbria ed Emilia Romagna e che hanno visto trionfare la sinistra. E prosegue “bisogna precisare, per dovere di cronaca, che se il PD e il Movimento 5 stelle si uniscono assieme a qualche partito minore è ovvio che le loro possibilità aumentino, soprattutto in regioni storicamente appartenenti alla sinistra come Emilia e Umbria. Il problema però-spiega- è che con le condizioni attuali non mi sembra ci siano motivi di giubilo, si tratta solo di rimettere assieme i cocci”. Sull’ astensionismo afferma “è un fenomeno complesso che va affrontato. Il fatto è che dipende da numerosi fattori che vengono trascurati, ma che sono fondamentali per le persone. Non è possibile pretendere che le elezioni siano il primo pensiero di una società che vive con problemi come l’inflazione, i tagli alla sanità e alle scuole, e in generale con il costo della vita sempre più alto. Tralasciando la crescente sfiducia per la politica che non mantiene le sue promesse-precisa- c’è un dilagante senso di impotenza da parte dei cittadini derivante dallo scenario globale in continuo peggioramento. Giustamente-continua Cacciari- i cittadini si domandano a cosa possa servire contribuire a un evento così marginale come il voto regionale quando nello scenario internazionale l’Italia politicamente non conta nulla. La popolazione si sente inerme di fronte a scenari di guerra in continua ascesa e una situazione economica globale sempre più critica”. Cacciari termina infine la sua intervista analizzando le possibili conseguenze del voto americano e della vittoria di Trump “se pensiamo che le elezioni in America possano portare un equilibrio politico e una distensione dei conflitti ci stiamo illudendo, anche dal punto di vista meramente storico. A parte una piccola parentesi durante gli anni 90-racconta- gli USA hanno sempre avuto una forte continuità con le politiche della presidenza precedente. Tralasciando la distensione dopo la Guerra Fredda con il presidente russo Gorbaciov per favorire la ricostruzione della Germania, la politica statunitense ha sempre avuto una continuità di fondo che consisteva nell’espandere i territori NATO e al puntare alla disgregazione della Russia. Da questo punto di vista temo che come sempre l’Europa starà a guardare il conflitto che coinvolge America e Russia, a cui si deve aggiungere ora la partecipazione sempre più importante della Cina. Una volta la situazione era diversa -chiosa- anche in Italia: i politici erano in grado di schierarsi con forza. Durante la Guerra Fredda il nostro paese godeva di un posizionamento strategico per gli interessi delle due potenze, e i nostri politici potevano fare uso di questo privilegio. Oggi purtroppo non è più così, e comunque il livello dei nostri rappresentanti non è più quello di un tempo” conclude Cacciari.