Stellantis, Paganini (Temple University di Philadelphia): Distruzione creativa

Stellantis, P. Paganini (analista socioeconomico e policyinnovator, Temple University di Philadelphia): Distruzione creativa, necessariosuperare ideologia green ma regole auto verde scritte anche da funzionari e politici italiani.  UnicoCommissario valido Tajani. Siria? Siamo passati da una dittatura malvagia al rischio di una nuova Libia”
“Basta perdere denaro e tempo. Serve distruzione creativa, ma accompagnata da una politica industriale mirata. Dobbiamo investire in nuovi settori e superare l’ideologia green, ricordando però che molte delle regole sull’auto verde sono state scritte anche da funzionari e politici italiani. Non possiamo sempre incolpare l’Europa, dove siamo ampiamente rappresentati. Siamo il Paese con il maggior numero di funzionari a Bruxelles, eppure non siamo riusciti a tutelare i nostri interessi. L’unico Commissario valido è stato Tajani; prima e dopo, il nulla.” Così Pietro Paganini, analista socioeconomico e policy innovator, durante la trasmissione Coffee Break su La7. E parlando di Stellantis e della crisi industriale automobilistica, ha aggiunto: “Stellantis e il settore automobilistico vanno distinti. Fiat, FCA, Stellantis hanno delocalizzato per tagliare i costi e hanno investito poco, puntando sugli USA e sulla finanza, senza dare sostanza ai prodotti. Appena il mercato è entrato in difficoltà, senza prodotti adeguati, il castello di carta è crollato. Ora dobbiamo chiederci-chiosa Paganini- ha senso continuare a sostenere Stellantis in queste condizioni? Oppure è meglio focalizzarci sulla filiera della componentistica automotive, dove siamo tecnologicamente competitivi, puntando sulle PMI e sull’export? Ferrari e altre nicchie possono essere esempi da seguire. Servono però coraggio e idee per una politica industriale che non sia solo retorica ma visione strategica”. Inoltre secondo Pietro Paganini “non possiamo sempre incolpare l’Europa per le politiche che penalizzano il nostro Paese, perché in Europa siamo ampiamente rappresentati. L’Italia è il Paese con il maggior numero di funzionari a Bruxelles, oltre 14.000, più del Belgio, che gioca in casa, e più del doppio della Germania. Eppure, nonostante questa presenza, sono passate molte riforme che hanno sfavorito l’Italia. Il problema-precisa- non è l’Europa, ma come siamo capaci di far valere i nostri interessi. In questo contesto, il Commissario Tajani è stato l’unico a creare un sistema Italia efficace. Prima e dopo di lui, il vuoto”. Paganini ha quindi sottolineato come l’incapacità di sfruttare la nostra rappresentanza in Europa abbia contribuito a scelte che non hanno tenuto conto delle specificità italiane, a partire dalla transizione ecologica e le regole del Green Deal, scritte anche con il contributo dei nostri funzionari. “La responsabilità è nostra: non possiamo chiamarci fuori”. Sulla Siria “da liberale, preferisco le riforme alle rivoluzioni. Sono contento che in Siria non ci sia più un brutale dittatore, ma ora ci troviamo davanti a una nuova incertezza: chi governerà il Paese? Possiamo davvero credere a un (ex) talebano sulla tolleranza religiosa? Questa situazione potrebbe giovare a Israele, che con gli Accordi di Abramo cercava di stabilizzare il Medio Oriente prima che l’Iran intervenisse. Israele è capace di difendersi da un eventuale jihadismo siriano, ma noi europei siamo pronti?” ha affermato Paganini. Commentando infine la posizione degli USA in tema di difesa internazionale, ha dichiarato: “L’America è la democrazia liberale per eccellenza, ma è anche un Paese militare. Gli USA hanno saputo trasformare la spesa per la difesa in investimenti strategici, come sanità e istruzione, grazie al ‘dual use’ economico. Noi europei dovremmo fare lo stesso. Invece di finanziare l’Ucraina senza una strategia chiara, dobbiamo costruire un sistema di deterrenza europeo trasparente, che diffonda i nostri valori e reinvesta i fondi in azioni strategiche. Non serve aumentare la spesa per la difesa senza un criterio, come propone Crosetto. Serve trasparenza e un approccio lungimirante,” ha concluso Paganini.