Lavoro, F. Casson (ex magistrato) “Troppe morti sul lavoro, vanno accertate le responsabilità. Magistratura spesso indolente. Rapporto magistratura-politica? Da destra a sinistra c’è tanto timore
“Per le morti sul lavoro bisogna vedere se ci sono delle responsabilità, bisogna sapere se sui vari casi vadano svolte delle indagini ed eventuali dei processi. E’ dunque necessaria una squadra investigativa che verifichi caso per caso se ci sono state violazioni di norme o di leggi. Le morti sul lavoro rappresentano una delle casistiche più complesse da dirimere, e più è complesso il fatto più c’è bisogno di tempo per accertarlo. Solitamente sono necessarie delle competenze che i singoli magistrati non posseggono, servono cioè delle perizie tecniche e delle consulenze specifiche per accertare i fatti e per poi considerare l’ipotesi di un processo. Dal mio punto di vista però la repressione e l’intervento penale non sono la soluzione per risolvere questo tipo di problematiche, che sono la conseguenza di elementi culturali, sociali ed economici”. Lo ha dichiarato l’ex magistrato Felice Casson ai microfoni di Radio Cusano, intervenuto nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi, a proposito del fenomeno delle sempre più crescenti morti sul lavoro. E prosegue “in questo periodo sono solito partecipare alle attività delle associazioni a tutela delle vittime di reato che partono dall’ epoca del Vajont fino alle morti di Rigopiano. Parliamo- spiega Casson- di familiari, parenti e amici che pretendono giustizia. Loro vogliono soltanto capire cosa è successo, più che avere un risarcimento economico che a volte è comunque indispensabile. Purtroppo- continua- ci si scontra con dinamiche diverse per le quali spesso non si è preparati. A volte nemmeno la magistratura è in grado di fornire delle risposte, a volte per incapacità o a volte per indolenza dei magistrati stessi. Per certe stragi, come Rigopiano, alcuni magistrati tendono a considerare inutile un processo in quanto pensano sia troppo difficile arrivare alla verità. Poi- continua Casson- mancano competenze specifiche e fondi. Per una multinazionale è molto più semplice, anche dal punto di vista economico, ottenere la collaborazione di periti esperti e consulenze di livello in ambito processuale. Lo stesso però non si può dire per i familiari delle vittime o per le procure. Questo non va bene per un puro senso di giustizia: così facendo rischiamo che le persone perdano la fiducia nella giustizia e di conseguenza nello Stato”. L’ex magistrato termina analizzando il rapporto tra magistratura e politica “scontri tra magistratura e politica ci sono sempre stati, invece di lavorare fianco a fianco si sono fatti la guerra sin da quando io ero magistrato e parlamentare. Le ragioni sono diverse per le due parti; come detto per la magistratura possono esserci problemi di incompetenza o indolenza dei singoli magistrati. Ma accade anche che la matrice del problema sia culturale-specifica Casson- come nel caso dei morti per amianto. Le Corti spesso in quelle situazioni hanno mancato di sensibilità, non dando priorità fino in fondo ai diritti alla salute dei morti. Per la politica i problemi sono di altro tipo. Da destra a sinistra c’è un timore generale, un po’ la coda di paglia, verso gli organi di controllo del potere: magistratura e organi di informazione. Temono chi è in grado di svelare i loro errori e hanno paura di stampa e magistrati indipendenti” conclude Casson.