Stellantis, F. Uliano (FIM): “Dobbiamo dare risposte a 40000 dipendenti in cassa integrazione, serve piano industriale per rialzare produzione. Non vogliamo che la difesa sia alibi per non salvare settore auto”
“Mi sembra chiaro che l’intervento di Elkann puntava a tirare fuori l’orgoglio della famiglia e della FIAT rispetto alla storia del paese, noi però siamo più preoccupati per il futuro dell’industria. Dobbiamo dare delle risposte ai 40000 dipendenti in cassa integrazione di Stellantis, perciò chiediamo un piano industriale che permetta di rialzare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani. Grazie all’azione sindacale abbiamo ripristinato la produzione ibrida nel paese e fatto arrivare la piattaforma per produrre le auto più piccole, ma per una soluzione definitiva mancano delle risposte: per non parlare del fondo UE che doveva far ripartire il settore auto, a cui Von der Leyen ha pensato bene di destinare solo poco più di 2 miliardi”.
Lo ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano Ferdinando Uliano, segretario FIM intervenuto a ‘Battitori Liberi’, condotto da Gianluca Fabi e Savino Balzano, a proposito della condizione del settore auto. E ha aggiunto “Una parte di responsabilità della crisi è sicuramente di Bruxelles, ma anche i singoli paesi hanno le loro colpe. Non sono state introdotte politiche necessarie per l’implementazione delle tecnologie di settore-ha sottolineato Uliano- ci si è limitati a porre limitazioni senza accompagnarle a un sistema di rilancio dell’industria. Ovviamente anche le industrie hanno le loro responsabilità, altrimenti l’AD di Stellantis non sarebbe stato licenziato”. Uliano si è quindi soffermato sul rapporto tra Stellantis e il paese “credo sia chiaro che il legame è forte, Stellantis è una realtà fondamentale del paese. Proprio per questo, e per i fondi dati dallo Stato all’azienda nel corso degli anni, abbiamo chiesto che venisse cambiato l’atteggiamento verso il territorio. Stellantis dev’essere all’altezza dei contributi forniti dal paese: dobbiamo richiamarla alle sue responsabilità”. Il segretario ha infine concluso con una riflessione sul riarmo europeo “noi non vogliamo che la difesa venga usata come alibi per non salvare il settore auto. Come diceva Elkann dobbiamo fare bene anquin entrambi i settori, non possiamo pensare di convertire il settore auto nell’industria militare: è folle” ha dichiarato Uliano.