EUDR – Regolamento europeo zero deforestazione, così Paganini (Competere.eu)

EUDR – Regolamento europeo zero deforestazione: Prof. Paganini (Competere.eu), l’Italia deve recepire e testare subito il regolamento per tutelare la competitività delle imprese.

“Se vuole proteggere la competitività delle proprie aziende, l’Italia deve recepire subito la EUDR (regolamento europeo per la riduzione della deforestazione), testarla sul campo e avviare un confronto operativo con i settori produttivi. Continuare a tergiversare significa regalare vantaggi competitivi agli altri Paesi europei. In Olanda, imprese e istituzioni collaborano da mesi per trasformare la EUDR in un’opportunità industriale”.

Lo ha ribadito Pietro Paganini, Professore in Business Administration alla Temple University di Philadelphia e Presidente del think tank Competere.eu, intervenendo in audizione presso la Commissione XIV Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati sul recepimento della normativa europea per la riduzione della deforestazione importata.

“La EUDR, piaccia o no, esiste e va recepita al meglio, altrimenti saranno le nostre imprese a pagare il prezzo” ha dichiarato Paganini. “È una sfida enorme per l’Europa, ma anche un’opportunità per innovare modelli di business e tecnologie, soprattutto nella tracciabilità delle materie prime”.

Paganini ha poi criticato l’approccio top-down e ideologico adottato dalla Commissione europea, che ha messo insieme sotto un’unica regola sette filiere profondamente diverse, applicando ancora una volta la logica inefficace del “one-size-fits-all”. “Grave – ha aggiunto – l’errore di ignorare il dialogo con i Paesi produttori, dimostrando un atteggiamento neocoloniale fuori dal tempo, proprio quando abbiamo bisogno di quei mercati per garantire la nostra sicurezza alimentare e come alternativa agli Stati Uniti”.

Per trasformare la EUDR in un vantaggio competitivo, Paganini propone di “Istituire un tavolo di lavoro per ciascuna delle sette filiere presso l’autorità competente; testare operativamente la normativa con le aziende importatrici, come già stanno facendo in Olanda; costruire e rafforzare le partnership con i Paesi produttori, per garantire i controlli e attrarre nuovi flussi commerciali verso i nostri porti”.

Secondo Paganini “il caso della filiera dell’olio di palma dimostra che è possibile.Dopo anni di sciocchi boicottaggi mossi da interessi commerciali e ideologici, i produttori hanno applicato standard ambientali tra i più stringenti. Oggi oltre il 95% dell’olio di palma che entra in Italia è già certificato zero deforestazione, grazie agli investimenti e alle politiche virtuose di Paesi come l’Indonesia”. “Eppure – conclude Paganini – troviamo ancora sugli scaffali prodotti che espongono il claim ingannevole ‘senza olio di palma’, mentre la nuova Direttiva sui Green Claims impone trasparenza e rispetto dei dati scientifici”.