Roma e le alternative all’incenerimento: le soluzioni di Europa Verde
È andata in scena nella mattinata di oggi la conferenza stampa di Europa Verde “Le alternative all’incenerimento: un altro mo(n)do è possibile”, presso la Sala Leone – Via Petroselli 45, a Roma. Argomento portante dell’incontro la gestione del ciclo rifiuti, scombussolata recentemente dal rogo del Tmb di Malagrotta. Queste le dichiarazioni dei protagonisti.
FERDINANDO BONESSIO, presidente gruppo capitolino Europa Verde Ecologista
“L’incendio di Malagrotta dimostra ancora una volta che costruire un inceneritore è una pessima idea. Esistono infatti soluzioni alternative più efficaci ed efficienti che possono essere mese in campo nel breve periodo soprattutto utilizzando i poteri commissariali conferiti al primo cittadino. Roma ha possibilità di voltare pagina a partire dall’incremento della raccolta differenziata di qualità, iniziando dalla separazione della frazione organica e attraverso la costruzione di impianti di piccole e medie dimensioni a basso impatto ambientale che devono lavorare materiale già differenziato e ad alto tasso di riciclo e recupero, come plastica, legno e carta. Una volta per tutte dobbiamo mettere la parola fine ai mega impianti che sono per antonomasia pericolosi e che finiscono per distruggere territori come accaduto alla Valle Galeria, ‘violentato’ dalla presenza di più impianti compreso il TMB che, come si è visto, è una struttura ad alto rischio”.
-FILIBERTO ZARATTI, co-portavoce Europa Verde Lazio
“La grande emergenza di Malagrotta dimostra che bisogna prestare molta attenzione al ciclo dei rifiuti, innanzitutto operando la separazione dell’umido. Roma è rimasta una delle poche città al mondo che ancora non lo fa. Un percorso intrapreso anche dalla città di Milano alla fine degli anni ‘80, riuscendo in breve tempo ad uscire dall’emergenza. L’incenerire non è la soluzione perché è dannoso per l’ambiente e per la salute, è costoso e prevede tempi di realizzazione troppo lunghi. Il nostro punto di riferimento è e rimane il Piano regionale dei rifiuti, che non prevede l’inceneritore e che è stato redatto sulla base dei dati di uno studio sui flussi dei rifiuti che ci dicono che un altro impianto non è necessario. Il sindaco Gualtieri anche da commissario non potrà derogare al piano regionale. Chiediamo al Comune di Roma di procedere con il piano straordinario per la raccolta dell’umido, senza perdere altro tempo. Ci siamo confrontati con il sindaco Gualtieri mettendo sul tavolo idee e proposte frutto di esperienze nazionali ed internazionali. Intanto qualche giorno fa abbiamo fatto una interrogazione parlamentare chiedendo di sapere se tutti i piani di emergenza su Malagrotta siano stati effettivamente realizzati”.
-MARCO CACCIATORE, presidente della Commissione Rifiuti Regione Lazio
“Avevamo pensato questa conferenza stampa prima dell’incendio di Malagrotta. Il disastro a cui abbiamo assistito dimostra che non siamo noi ecologisti a essere ideologici, piuttosto chi è a favore dell’incenerimento ha una posizione reazionaria, ovvero contraria al corso della storia. In inceneritore a Roma sarebbe insostenibile a tutti i livelli e non migliorerebbe la situazione, né eviterebbe il rischio di incendi e incidenti come quello di Malagrotta. Anzi quell’incendio, a prescindere da possibili responsabilità che dovrà valutare la Magistratura, si è generato dal combustibile da rifiuti stoccato e uscito dal TMB: esattamente l’elemento che serve per far andare avanti un inceneritore.
Come affrontiamo l’alternativa? Partiamo intanto dal rispetto del Piano regionale gestione rifiuti (Prgr), che recepisce le norme Ue e nazionali in materia. Primo passaggio obbligato è quella della separazione della frazione organica, che rappresenta quasi il 40% dei rifiuti urbani e se separata dimezzerebbe la quantità e l’impatto dell’indifferenziato. Di conseguenza, l’impiantistica sarà improntata sul compostaggio aerobico dell’organico da un lato e dall’altro alla dismissione, delocalizzazione e riconversione dei Tmb a impianti di recupero materia: senza più produrre combustibile ma rigenerando quei rifiuti a materia prima seconda.
Europa Verde contrasta la pessima ipotesi inceneritore – che tra l’altro prenderebbe anni per essere realizzata – e da parte sua presenta proposte per soluzioni praticabili da subito e che, oltre a ridurre la conflittualità territoriali nei quadranti ambientalmente violentati, sono basate su leggi, numeri, tempi e costi. Mettere in campo un inceneritore invece significherebbe compromettere ogni forma di pianificazione e sostenibilità, a vantaggio dei profitti grandi player ma a danni di comunità, dignità dei lavoratori e quindi efficienza dei servizi. Vorrebbe anche dire offendere interi territori. Noi proponiamo un modello che non crea business ma risparmio economico, energetico e in termini di sostenibilità, salvaguardia delle ricchezze naturali, vivibilità come esercizio di diritti diffusi ma prima di tutto tempestiva praticabilità”.
MARTA BEVILACQUA, co-portavoce Roma Europa Verde
“Oggi abbiamo detto no all’inceneritore ma allo stesso tempo abbiamo presentato una proposta alternativa, fattibile e concreta, in grado di dare una risposta precisa ai cittadini e alle cittadine che chiedono una città più pulita e di poter chiudere finalmente il ciclo dei rifiuti. Dobbiamo restituire decoro alla città attraverso un’efficiente raccolta differenziata. Dobbiamo, poi, impostare una politica delle tre R: riduzione, riciclo e riuso, per trasformare il rifiuto in risorsa”.