CALCIO, C.GAVILLUCCI (EX ARBITRO SERIE A): “LA VERITA’ NON LA CONOSCO MA HO RACCOLTO TUTTE LE INCONGRUENZE DI QUELLA STAGIONE POCO TRASPARENTE”
“Sgombriamo il campo che il Var sia uno strumento inutile, il Var oggi, nell’era moderna, è indispensabile. Che ci siano poi situazioni nelle quali va migliorato il suo utilizzo siamo tutti quanti d’accordo, perché è uno strumento in fase di sperimentazione. Ma sulle cose oggettive, dove non c’è discrezionalità arbitrale come il fuorigioco di un centimetro, il gol non gol, è indispensabile”.
Queste le parole di Claudio Gavillucci, ex arbitro di Serie A, intervenuto nella trasmissione “Ferrero non solo Sport” in onda dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 11 su Radio Cusano Campus (www.radiocusanocampus.it). Il fischietto originario di Latina ha detto la sua opinione sulla questione connessa alla valutazione degli arbitri dei campionati professionistici, alla penalizzazione che subisce chi impiega il Var e misure correttive rispetto agli eventuali “abbagli” presi.
“ Vi ricordate il gol di Muntari in Milan-Juve? Un arbitro deve usare la macchina non in maniera oggettiva ma in maniera soggettiva: entrano in campo tutta una serie di componenti psicologiche come il dualismo tra chi utilizza la tecnologia e l’arbitro in campo. Sono cose che vanno approfondite”, ribadisce Gavillucci chee continua “Io ho vissuto il passaggio da un periodo all’impiego della tecnologia. Per 20 anni sono stato istruito a dover prendere una decisione, e anche di fronte al fatto di capire di aver commesso un errore”.
“Oggi l’arbitro si trova a vivere qualcosa di differente perché un momento dopo il suo collega gli dice: ‘Vieni al Var. Guarda che secondo me hai sbagliato’. E quell’errore comporta una penalizzazione. Quello che dico io, e che ho denunciato nel 2018, sono passati 5 anni: sì al Var!
Poi l’ex arbitro di serie A prosegue riguardo possibili modifiche da apportare per perfezionare la moviola in campo. “Sì all’aspetto tecnico – continua Gavillucci – ma bisogna lavorare su meccanismi che sono antichi, retrogradi, rispetto all’evoluzione della tecnologia. Se tu alla Polizia gli dai il laser per prendere la velocità delle macchine, e la multa vale; e gli dici di guardare a occhio nudo, e la multa non vale. Se la utilizzi bene devi essere premiato, non penalizzato”.
Nel corso della trasmissione Ferrero ha anche chiesto a Gavillucci perché abbia smesso di arbitrare in A. Il fischietto di Latina ha così rivelato: “La verità non la conosco ma nel mio libro ho messo a disposizione dei lettori, per farmi dare una mano, tutti gli elementi che avevo raccolto, e le incongruenze che c’erano state in quella stagione e anche in quelle precedenti, anche per il sistema di valutazione degli arbitri, che era poco trasparente.
Gli arbitri non conoscevano le valutazioni, non conoscevano la posizione in classifica, non conoscevano quali erano i numeri delle persone che sarebbero state dismesse e promosse, fino all’ultima giornata. Proprio quel Sampdoria-Napoli era ancora una partita importante perché il Napoli lottava con la Juventus per lo scudetto. Sappiamo del gemellaggio del Napoli con il Genoa quindi l’astio che c’era tra i napoletani e i doriani, quindi era una partita delicata“.
Poi spiega: “C’era Rizzoli a visionarmi tanto che raddoppiai la domenica dopo, all’ultima di campionato avrei diretto una gara utile per la lotta nella salvezza, Udinese-Bologna. All’Udinese serviva il pareggio. Lei da presidente, sarebbe stato contento di essere diretto per una partita così delicata, se Pozzo avesse saputo che l’ultimo arbitro in graduatoria avesse diretto una sfida così difficile?
Per una società di Serie A è più importante salvarsi, che vincere il campionato. Pozzo dell’Udinese sarebbe stato contento se avesse arbitrato uno degli ultimi arbitri in graduatoria? Io sono stato il quarto arbitro più utilizzato, a 38 anni, nel pieno della maturazione, con 50 gare in Serie A” ha così concluso Claudio Gavilllucci.