PREMIERATO, LANCHESTER: PUBBLICITÀ IN VISTA DELLE EUROPEE

PREMIERATO, PROF. FULCO LANCHESTER (COSTITUZIONALISTA): “UN MODO DI FARSI PUBBLICITÀ IN VISTA DELLE EUROPEE. PROGETTO CHE CONFLIGGE CON GLI STANDARD DEL COSTITUZIONALISMO DEMOCRATICO”

“Una caratteristica fondamentale delle forme di governo parlamentari è quella di essere elastici con vari tipi di possibilità. Qui si individua lo schema del ‘sindaco d’Italia’ e si cerca di portarlo a casa attraverso la modifica degli articoli 92 e 94 della Costituzione”.

Durante un’intervista nel programma ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano, il prof. Fulco Lanchester, costituzionalista, ha così dichiarato in merito al nuovo disegno di legge per introdurre in Italia l’elezione diretta del presidente del Consiglio.

“Notiamo bene che già a inizio di agosto, l’onorevole Matteo Renzi aveva presentato un progetto simile ma molto differente”, ha proseguito Lanchester. “Gli somigliava, ma qui ci sono almeno sette punti di problematicità. Si è voluto, in verità, trovare l’identità tra masse e capo. Quindi è un progetto che confligge con gli standard del costituzionalismo democratico basato sull’equilibrio e sulla separazione dei poteri, distrugge la collaborazione elastica tra gli organi costituzionali di indirizzo attivo, ma soprattutto – ha sottolineato – istituisce un obbligo di mandato imperativo dei parlamentari in violazione dell’articolo 67 della Costituzione”

“Per la prima volta si inseriscono, all’interno del testo costituzionale, le previsioni confuse e inusitate di un sistema elettorale maggioritario con premio del 55% senza stabilire la soglia minima. E vi sono sentenze della Corte Costituzionale, in particolare la sentenza 35 del 2017, che hanno dichiarato l’Italicum incostituzionale proprio per questo motivo”, ha spiegato Lanchester elencando i diversi problemi all’interno della riforma.

“Si ritorna al sistema ipotizzato dall’on. Silvio Berlusconi nel 2004/05, quando diceva che alla Camera avrebbero dovuto votare soltanto i presidenti dei gruppi parlamentari perché in realtà rappresentano l’azionariato principale. Poi, non si affronta il problema della legislazione elettorale di contorno, il finanziamento, il rimborso delle spese elettorale, l’eguaglianza delle opportunità fra i concorrenti. Per questo motivo – ha continuato – credo che il progetto abbia ancora bisogno di un’elaborazione. È stato fatto, in realtà, anche per motivi pubblicitari in vista delle prossime elezioni europee, per caratterizzare un indirizzo che altrimenti sarebbe stato oscurato dalle difficoltà economiche e di comunicazione che si sono evidenziate in settimana”.

Si è infine parlato dei punti riguardanti i senatori a vita e i governi tecnici, a tal proposito Fulco Lanchester ha precisato “Per quanto riguarda i senatori a vita si elimina il secondo comma dell’articolo 59, con la possibilità per il capo dello Stato di nominare 5 senatori a vita. Per quanto riguarda il secondo argomento, il governo tecnico deriva da problemi di instabilità del sistema dei partiti e dall’astensionismo elettorale. Sono tutti problemi che devono essere risolti non evitando il meccanismo di arrivo di Monti o di Draghi, che poi sono stati richiesti e necessitati anche dalla Costituzione multilivello sul piano europeo – ha ribadito- ma nel ricostruire il rapporto fra corpo elettorale, sistema dei partiti e istituzioni.

‘La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’: c’è sempre questo problema, che alcuni sottolineano che la sovranità appartiene al popolo e altri mettono in evidenza che la Costituzione dice che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Questo progetto salta dall’articolo 1 all’articolo 94, evidenziando un circuito di identificazione tra corpo elettorale e il potere di indirizzo concentrato nel Presidente del Consiglio e nel suo governo. In realtà -ha concluso Lanchester- il sistema è liberaldemocratico, il costituzionalismo liberaldemocratico è basato sulla separazione dei poteri e anche sul fatto che ci possano essere delle vie di uscita. I governi tecnici non sono auspicabili, ma possono essere qualche volta una medicina”.