SOCIAL, P. CREPET (PSICHIATRA E SOCIOLOGO) A RADIO CUSANO

SOCIAL, P. CREPET (PSICHIATRA E SOCIOLOGO) A RADIO CUSANO:BISOGNA SALVARE INNANZITUTTO I GENITORI. VENDO TANTI LIBRI MA SONO CONVINTO CHE NON LI LEGGONO. SIAMO IN UN MANICOMIO COLLETTIVO
Ospite della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus, programma di attualità condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani, Paolo Crepet che, in merito alle intenzioni di Macron di proibire l’utilizzo dello smartphone fino a 13 anni, ha dichiarato “ne stanno parlando la Francia, l’Inghilterra, la Svezia, gli Stati Uniti, forse siamo noi gli unici in Europa a rassegnarci a vedere bambini con pannolone e con polpastrello sull’ipad. E’ piuttosto evidente quello che sta accadendo, ma mi sembra che noi siamo interessati ad altro. Io continuo con le mie serate in giro per l’Italia, riempio teatri, tutti applaudono, tutti ridono, tutti dicono bravo, poi il giorno dopo fanno molto peggio perché il problema non è il tredicenne da salvare (cosa che non mi sembra un dettaglio) bensì la generazione dei genitori”. E precisa “ si vedono zombie in giro che ti vengono addosso e che non sanno neanche dove sono, gente che parla non si sa con chi e di cosa. Il consumo di tempo stimato sui social è di 9 ore al giorno e nessuno se ne occupa. I ragazzi stanno perdendo la memoria e la capacità di concentrazione. Non scrivono, non leggono. Le do un piccolo dato che viene dal capo della più grossa azienda di intelligenza artificiale esistente” incalza Crepet “che dice che per la prima volta non c’è più un dipendente delle loro aziende che abbia meno di trent’anni. Cioè, il mestiere che è stato il più giovanile della storia, quello che ha cambiato il mondo, che è stato fatto da ragazzi e ragazzini dentro i garage a 20 anni, 18 anni, adesso ne hanno 32 ma tornano a casa dalla mamma, perché ci sono madri attaccate che aspettano i figli fuori dall’ufficio, e i padri peggio delle madri. Ho visto per esempio davanti al liceo che frequentavo mezzo secolo fa una fila di genitori che aspettano all’una e mezza i figli. Questo altro non è che un manicomio collettivo. E anche se il mio ultimo libro ‘Prendetevi la luna’ ha venduto più di 90 mila copie, sono piuttosto convinto che non lo hanno letto. O magari lo hanno regalato ad altri che non lo leggeranno. Io credo di essere nato per avere tutte le opinioni e continuo a farlo. All’inizio no, poi piano piano ho capito che potevo avere delle idee ma questo mi è costato molto visto che io ragiono con la mia testa, non cerco il consenso”. E spiega “essere trattato come non so chi perché non sono catalogabile, in questa cultura pare sia necessario avere un’etichetta. Il sistema educativo, in sostanza, fa sì che non ci siano persone che abbiano l’orgoglio di pensare in un certo modo. E dico queste cose perché anche io ne sono vittima pur avendo coscienza, pur cercando di togliermi da questi lacci. E’ un mondo effimero che non lascerà traccia di sé”, ha concluso Crepet.