CIARLA (PD): “LEGGE 171, LA MAGGIORANZA IGNORA IL CONFRONTO. NOI PRONTI A DIFENDERE ROMA DALLA SPECULAZIONE”

CIARLA (PD): “LEGGE 171, LA MAGGIORANZA IGNORA IL CONFRONTO. NOI PRONTI A DIFENDERE ROMA DALLA SPECULAZIONE”

“Quella sulla legge 171 non è una discussione come le altre: è una discussione seria, che tocca il futuro urbanistico, sociale e culturale di Roma. Eppure, la maggioranza continua a trattarla come un atto tecnico, evitando ogni confronto politico” – Lo dichiara il consigliere regionale e capogruppo del Partito Democratico Mario Ciarla, intervenendo oggi in Aula durante la discussione sulla proposta di legge 171. – “Questa norma – prosegue Ciarla – è figlia di un processo chiuso e sbagliato. La maggioranza ha ignorato il confronto con l’opposizione, con le categorie, con la città. Avremmo voluto discutere su basi nuove, come da noi proposto: non è stato possibile. E oggi siamo stati messi in condizione di fare ostruzionismo senza far votare la legge. Abbiamo detto con chiarezza che è stato giusto togliere dal testo il riferimento alle sale ancora aperte, e che è stato positivo passare da otto a dieci anni per le sale chiuse. Ma nessuno di noi ha mai detto che, dopo dieci anni, è giusto trasformarle in supermercati o centri commerciali. È una visione sbagliata. Quelle sale, spesso situate in quartieri popolari, sono una risorsa culturale e sociale per Roma. E devono tornare a vivere in una logica pubblica e partecipata, non diventare oggetto di speculazione. Roma ha bisogno di visione, non di scorciatoie immobiliari. Siamo su un terreno delicato. Ogni errore qui pesa. Ogni parola ha un significato. Ogni scelta può avere ricadute enormi. A differenza della maggioranza, l’opposizione oggi ha parlato, si è confrontata, ha portato contributi. Lo ha fatto con posizioni diverse ma unite dalla volontà di difendere Roma da un’idea povera di città, dove a vincere è solo il mercato. Siamo pronti a dare battaglia su ogni articolo, a cominciare dall’articolo 1. E stavolta, a differenza delle altre volte, dovete metterci del vostro. Perché questa è una questione politica. E il tempo del silenzio è finito.”