L'intervista
L’INTERVISTA – Luca Andreassi: Trasformazione digitale per Comuni “smart”
Professor Luca Andreassi, ingegnere, vicesindaco di Albano Laziale e anche delegato alla trasformazione digitale. Trasformazione digitale, un argomento di cui si parla da vent’anni, che ha avuto grandissimo rilievo in questi tempi di Recovery Fund. Ma cos’è la trasformazione digitale?
La trasformazione digitale è, prima di tutto, una rivoluzione di senso. Da non confondere con il solo processo di generica digitalizzazione. La digitalizzazione è finalizzata ad automatizzarne i processi o, al massimo, a reingegnerizzarli.
La trasformazione digitale rappresenta l’impatto stesso di trasformazione, per l’appunto, delle tecnologie sulla società, sugli affari, sul sociale, sulle relazioni, sulle città e su ogni aspetto della nostra vita. In altri termini tutti gli aspetti che impattano sulla qualità della vita.
Come si declinano questi concetti sulle città?
Intanto come non si declinano, così per essere chiarissimi. Smart City non significa i pali della luce “intelligente”, non significa un bel po’ di hardware buttato qua e là negli uffici, non significa l’abolizione delle file per i documenti trasformandole in un continuo click day, non significa neanche la digitalizzazione stessa della Pubblica Amministrazione. O meglio, non solo.
Pensare, oggi, ad una città intelligente, vuol dire pensare ad una città che semplifichi la vita di chi la abita, garantisca processi di inclusione sociale, sia resiliente e flessibile, garantisca processi di scelta con la partecipazione di tutti, amministratori pubblici, cittadini, stakeholders economici e sociali.
Naturalmente con la Pubblica Amministrazione al centro che coordini le azioni per la trasformazione della città, del suo sistema dei servizi, del modello organizzativo, delle dinamiche di partecipazione e, ovviamente, anche del modello tecnologico.
E su Albano Laziale?
In questa logica, il mio obiettivo è quindi quello di fare di Albano un laboratorio di innovazione tecnologica, per farne una vera città “intelligente” per offrire soluzioni migliori e personalizzate nell’ambito di una visione al passo coi tempi.
Siamo nel momento storico in cui è più necessario, ma anche maggiormente possibile, attuare una simile rivoluzione. Da un lato, infatti, la pandemia ha reso consapevoli cittadini e imprese di quanto gli strumenti e le soluzioni digitali siano fondamentali. Dall’altra l’Unione Europea metterà a disposizione dell’Italia moltissimi miliardi tramite il Recovery Fund, con alcuni vincoli di utilizzo, tra cui appunto la trasformazione digitale.
Avremo quindi la possibilità di un intervento forte per la modernizzazione delle dotazioni tecnologiche e il rafforzamento delle digital skills del personale della pubblica amministrazione, ma anche per importanti interventi strutturali per la diffusione delle connessioni ultraveloci.
Poi, come detto, all’Amministrazione comunale spetterà un compito di regia e coordinamento dei privati, cittadini e aziende, perché solo con uno sforzo comune si potrà attuare la piena trasformazione dei tantissimi aspetti che cambieranno profondamente, in meglio, la qualità della vita dei cittadini di Albano.
Un progetto molto ambizioso, dunque.
Certo. Ma realizzabile. Ricordo che mi fece la stessa osservazione qualche anno fa a proposito della raccolta differenziata quando le dissi che aspiravo a far arrivare Albano al 75% di raccolta differenziata. Ebbene, abbiamo superato l’80%.
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