Enti, L'intervista
L’INTERVISTA – Roberto Troncarelli (Geologi Lazio) su Roma che affonda
Piogge così intense a Roma mancavano da un po’. Ma appena si palesano danno concretezza alla solita allarmante routine: strade allagate, disagi per i cittadini e polemiche a non finire. Un leit motiv più o meno costante e sistematico in tutte le amministrazioni capitoline; non fa eccezione nemmeno la giunta Raggi, finita recentemente sotto i riflettori delle opposizioni per le presunte mancanze in tema di manutenzione della città. Per cercare di avere un punto della situazione quanto più oggettivo possibile, Il Caffè di Roma ha intervistato dunque il presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Roberto Troncarelli, che ormai da anni sprona le istituzioni, a tutti i livelli, a lavorare con maggior impegno per la prevenzione del rischio idrogeologico.
*Presidente Troncarelli, l’autunno è arrivato e la recente ondata di maltempo ha dimostrato ancora una volta i tanti problemi del territorio della capitale d’Italia. Quali, in particolare? Dove responsabilità del comune e degli enti preposti?*
“Guardi, possiamo dire che le criticità della Capitale in seguito al maltempo sono sostanzialmente lo specchio di quelle che affliggono l’Italia a livello generale. Dove sono le responsabilità? Lo sostengo da sempre: innanzitutto un abbandono allarmante del controllo del territorio e un gravissimo spacchettamento della filiera delle competenze relative alla messa in sicurezza del territorio. Ministero, Regioni, province, comuni, autorità di bacino: c’è una inutile sovrapposizione di enti ed organismi che spesso si perdono in un altrettanto inutile scaricabarile di responsabilità, che aumenta i problemi invece di risolverli. Insomma, una frammentazione preoccupante dove non si capisce con chiarezza chi deve fare cosa. Per quanto riguarda l’aspetto comunale, probabilmente stiamo pagando una carenza di manutenzione che non parte certo da oggi. E per manutenzione intendo, ad esempio, la bonifica dell’alveo del Tevere per impedire che, nei momenti di piena, detriti, sporcizia, tronchi e altri materiali obliterino le arcate dei ponti; la pulizia costante e sistematica di tombini e caditoie, nonché la manutenzione degli apparati fognari e dei collettori privati e pubblici per consentire un corretto regime del flusso idrico nei periodi di intensa precipitazione”.
*Roma e il rischio idrogeologico. A che livello siamo? Secondo lei, cosa bisogna fare ancora per prevenire in fenomeno? *
“Anche a livello idrogeologico la capitale d’Italia è ricca di criticità, come ad esempio il rischio elevato di alluvionabilità nelle zone più basse: mi viene in mente la fascia litoranea di Ostia e l’Infernetto, o l’altra fascia depressa, quella di Roma Nord, come Labaro e Prima Porta, zone di grande problematica rispetto al fenomeno alluvionale, come peraltro hanno testimoniato le cronache mediatiche in passato”.
*Il geologo nelle istituzioni. Sono passati un po’ di anni dal grido di allarme dell’Ordine regionale in merito al ruolo sottovalutato dei geologi. Qualcosa è cambiato, presidente Troncarelli?*
“Sinceramente molto poco è cambiato. I geologi purtroppo continuano ad essere poco presenti nelle istituzioni e non certamente per volontà nostra, numericamente ridotti, funzionalmente sottovalutati e quasi sempre legati ad attività burocratico-amministrative piuttosto che tecnico- operativo. Una realtà molto grave e che non rende merito al ruolo fondamentale di questi professionisti. Un esempio? Tempo fa avevamo stipulato una convenzione con Roma Capitale, non più rinnovata, in base alla quale mettevamo a disposizione per ogni municipio capitolino due geologi che presidiassero il territorio in maniera assolutamente gratuita e segnalassero qualsiasi criticità di carattere idrogeologico. Purtroppo quella collaborazione non è stata mai più confermata e il presidio dei geologi non è più presente…”.
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