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Benvenuti al Ponte della Musica, dove degrado e incuria dominano
Appena arrivati ci accoglie pungente l’odore di bombolette spray in azione. E in effetti un giovane writer, mascherina anticovid sulla faccia, ma rigorosamente cappuccio della felpa alzato, ha appena concluso di colorare un muretto antistante alla rampa di accesso mentre un ‘collega’ è al lavoro sull’altro lato.
Ma è sotto l’arco dell’impalcato del ponte che inizia l’inferno: rifiuti, centinaia di bottiglie rotte, sacchetti della spazzatura strabordanti strappati da qualche animale, deiezioni canine ovunque. E l’odore chimico delle bombolette che piano piano sparisce lasciando il posto a quello mefitico degli escrementi.
Benvenuti nella discarica del ponte della Musica, l’ultima frontiera del degrado romano a poco più di 6 mesi dalle prossime elezioni comunali.
Il quadro appena descritto è la fotografia del sopralluogo effettuato dall’agenzia Dire nell’area inferiore al ponte della Musica, sulla sponda est del Tevere, quella, per intenderci, dove inizia il quartiere Flaminio. L’area da tempo è oggetto di decine di segnalazioni da parte di cittadini esasperati per la grave situazione di degrado. Ma al momento nessuno riesce ad intervenire.
Il motivo è che l’area al momento è terra di nessuno. Un limbo geografico e amministrativo rimpallato per anni tra Regione Lazio e Comune per il quale “non si trovavano più nemmeno le carte”.
Una striscia di terra abbandonata su cui il Campidglio non è ancora riuscito ad ottenere la competenza e dove l’Ama non può intervenire semplicemente perché non può.
In attesa che il Comune di Roma prenda pieno possesso di questa striscia di terreno c’è ovviamente chi se ne approfitta.
I writers hanno letteralmente ricoperto di murales le pareti del muro di contenimento dell’argine ma anche le parti portanti del ponte, i pilastri di fondazione e le aree metalliche dello scheletro della struttura.
Ma non contenti di disegnare sulle parti poco visibili del ponte hanno iniziato un’opera di imbrattimento anche delle strutture superiori.
Fonte foto e testo: Dire.it, agenzia Dire.
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