L'intervista, Roma Capitale
L’INTERVISTA – Roma Capitale, policy del personale. Il punto con l’assessore De Santis
Innovazione, valorizzazione della persona e relazioni sindacali. Al centro della rivoluzione, 23mila dipendenti capitolini
Antonio De Santis è Assessore al Personale, Anagrafe e stato civile, Servizi Demografici ed Elettorali del Comune di Roma. Lazio Politico ha fatto il punto con le deleghe e i settori di sua competenza.
Assessore, siamo agli sgoccioli del mandato. Un giudizio sull’attività del suo assessorato e qualche numero sulle assunzioni.
In prima battuta, ovviamente, non sta a me dare giudizi. Sicuramente posso affermare che, in tema di risorse umane, questa consiliatura ha segnato un vero e proprio cambio di passo, mettendo la persona al centro di un’azione complessiva di valorizzazione, ringiovanimento e potenziamento dell’organico di Roma Capitale.
Abbiamo iniziato nel 2016, affrontando subito quello che, per anni, è stato un blocco monolitico: l’annosa questione relativa al salario accessorio che ha contraddistinto l’epoca Marino. Questo ci ha consentito di superare il famigerato “Atto Unilaterale” e di siglare 2 nuovi contratti integrativi. In totale, abbiamo assunto oltre 6000 persone, controbilanciando le uscite causate dalla quota 100 e sbloccando procedure concorsuali congelate da decenni.
Nel dettaglio, abbiamo assunto 1300 agenti di Polizia Locale, aumentando le fila dei caschi bianchi con particolare riferimento a quelli impegnati su strada, oltre a 3300 risorse rispondenti a diversi profili professionali in ambito amministrativo, per dare nuova linfa al personale. Un altro traguardo importante è stato raggiunto con la stabilizzazione di 1600 fra educatrici e insegnanti, nel segno della lotta al precariato che abbiamo intrapreso a tutela del diritto di professioniste del personale scolastico lasciate nel limbo per troppo tempo.
Riteniamo che investire nel capitale umano per efficientare i servizi al cittadino sia una priorità assoluta: per questo abbiamo bandito un nuovo concorso per altre 1512 unità, senza prevedere un limite d’età per i candidati, tenendo nella dovuta considerazione tanto il valore delle nuove energie quanto quello dell’esperienza, anche nel quadro delle mutate esigenze della città. Ricordo anche le 111 persone che di recente hanno firmato un contratto di lavoro presso altre amministrazioni, grazie alla nostra cessione delle graduatorie in corso di validità.
In quest’ottica, numeri a parte, abbiamo valorizzato al massimo l’aspetto della formazione: nel 2017 abbiamo creato la Scuola di Formazione Capitolina, un’innovazione assoluta nel settore. Questo strumento d’aggiornamento professionale, completamente dedicato ai dipendenti, nel tempo, si sta affermando sempre più come punto di riferimento nel panorama della Pubblica Amministrazione.
Ne è emblema la trasformazione di parte della sede di Largo Ascianghi, che da edificio dimenticato si è trasformato in una vera e propria scuola, che vanta ad oggi un’offerta formativa di ben 56 moduli tra corsi e seminari, sulle tematiche d’attualità più varie e più rispondenti alle reali esigenze del territorio e dei cittadini. Lo scorso anno, la nostra Scuola ha coinvolto oltre 26.000 utenti, anche grazie a un parallelo impegno rispetto alla moltiplicazione dei supporti tecnologici utili alla fruizione dei corsi on line.
In questi anni non sono mancati i confronti con i sindacati degli oltre 20mila dipendenti. Com’è la situazione? Si è raggiunto un equilibrio?
Sento di poter dire che quello inaugurato con i Sindacati è stato per molti versi un rapporto rivoluzionario: per primi, ci siamo concentrati sulla risoluzione di questioni focali che si trascinano da anni, sicuramente anche in funzione del fatto che la nostra Amministrazione non viene da un passato storico di relazioni politico-sindacali. Al centro del nostro confronto, della nostra intenzione di aprirci alla condivisione e alla partecipazione di tutte le rappresentanze, abbiamo dato precedenza assoluta alla definizione di obiettivi comuni. La chiave del successo, che si è configurato nei termini di un raggiungimento di scopi fissati insieme, è stata appunto l’aver avviato una collaborazione costruttiva di cui hanno beneficiato, in prima istanza, i dipendenti.
Tanti gli esempi: come dicevo prima, l’essere riusciti a lasciarci alle spalle l’atto unilaterale e a firmare due nuovi contratti integrativi, ma anche lo sblocco del salario accessorio, che ci consentirà a breve di bandire una nuova Progressione Economica Orizzontale. Per inciso, si tratterà della quarta in 4 anni, considerato che in precedenza, per lo stesso numero di PEO, sono stati impiegati 17 anni. Non solo. D’intesa con i sindacati, abbiamo programmato incontri ciclici per strutturare – volta per volta – nuove soluzioni atte a finalizzare ad hoc i fondi del salario accessorio. Premiare il merito significa motivare il personale e incrementare la qualità dei servizi erogati. Un diritto per chi lavora, e un’occasione per tutta la città.
Anagrafe, semplificazione amministrativa e nuove tecnologie digitali. Come è la situazione?
La parola d’ordine è “semplificazione”, a tutti i livelli: rispetto alla quotidianità di chi vive e lavora in città, in primis, ma anche sul fronte della sburocratizzazione e dell’ammodernamento dei servizi in generale. Per conseguire questi obiettivi, abbiamo fatto largo uso della tecnologia, informatizzando e digitalizzando tanti settori della Pubblica Amministrazione, e, ovviamente, le relative prestazioni erogate.
Penso all’introduzione della carta d’identità elettronica, ad esempio, che ha decongestionato le file agli sportelli, per la quale abbiamo progressivamente abbattuto i tempi di rilascio della carta d’identità elettronica: dai 170 giorni di attesa del 2018, si è passati ai 70 del 2019 fino ai 10 giorni d’attesa del 2020, prima del lockdown. dai 170 giorni di attesa del 2018, si è passati ai 70 del 2019 fino ai 10 giorni d’attesa del 2020, prima del lockdown.
Penso allo smart working: dal mese di marzo 2020, abbiamo lavorato a ritmi serrati per rispondere prontamente all’emergenza: una sfida che è stata, ed è tutt’ora, complessa, ma che siamo riusciti a trasformare in un’opportunità, mettendo i dipendenti in condizione di lavorare da remoto e gestire servizi su rete protetta. Solo per dare un’idea della portata di questo lavoro: abbiamo assegnato 3300 VPN e 1500 REMOTE APP, e acquistato 8.000 licenze per la piattaforma Teams, in modo da rendere possibili riunioni, partecipazioni a live events e a corsi di formazione online.
Rispetto all’Anagrafe, proprio di recente è stata protagonista di un cambiamento di vasta portata: il passaggio all’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), un progetto governativo portato avanti dal Ministeri dell’Interno in sinergia con il Ministero dell’Innovazione tecnologica e Digitalizzazione. Nello stesso tempo, gli uffici hanno lavorato all’avvio del Nuovo Sistema Integrato per la Gestione della Popolazione di Roma Capitale.
Una transazione innovativa senza precedenti, che, com’è endemico a tutti i cambiamenti, richiede tempi minimi di adattamento e un maggiore impegno iniziale da parte di chi li gestisce. Il vantaggio collettivo che ne deriva è però innegabile: snellimento delle procedure, riduzione dei tempi d’attesa, sburocratizzazione, annullamento delle distanze fra le pubbliche amministrazioni, trasparenza e un aumentato livello di sicurezza.
La via da percorrere è tracciata: il coraggio di innovare, la scelta di modernizzare, sono imperativi categorici, di cui presto raccoglieremo i frutti.
Comments are closed