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Mario Draghi, l’asso nella manica dei Moderati
La strategia nascosta di Renzi (e Berlusconi) per un nuovo cambio verso della politica
Alla fine è divenuto chiaro a tutti che Matteo Renzi ha governato la crisi al buio più luminosa che potesse esserci.
E’ evidente che il furbo tosco (come i responsabili berlusconiani) avevano #Draghi nel taschino e nei giorni più drammatici della deflagrazione grillopiddina Matteo ha pensato bene di farci persino ridere col suo ricaccio di renzinglish “SCIOC-BICAEZ” d’annata, della serie “una risata vi seppellirà”.
La mossa renziana del controcavallo, dunque, pone definitivamente l’ex Rottamatore al centro preciso tra Cirino Pomicino e Ciriaco De Mita. Del resto pure il grande Irpino, eterno sindaco della sua Nusco, alla bella età di 88 anni, fu vittima di proverbiali ironie per il suo “accendo…nonno brobrio ordodosso” nel parlare.
E proprio l’ex leader democristiano, nella campagna referendaria del 2016, è stato l’unico – oltre se stesso – a mettere in difficoltà Mr Shish durante un dibattito televisivo. Tanto Ciriaco quanto Matteo sono persone che evidentemente puntano più ai fatti che alle parole.
A Conte, caduto dal letto e risvegliatosi all’improvviso, non resterà che la consolazione di poter “vedere i draghi” – se vorrà – da una postazione privilegiata, quella di leader degli eredi governisti della diaspora grillina.
Niente rispetto al terzo giro di walzer che aveva immaginato, ma comunque qualcosa di potenzialmente interessante in prospettiva futura.
Daniele Priori, giornalista e blogger di HuffPost
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