“Roma non può tornare in mano a quelli che l’hanno condotta al disastro, questo è lo slogan ossessivo che la sindaca Raggi va ripetendo ai quattro venti. Inconsciamente, ci sta dicendo che Roma non può tornare in mano a lei”, sostiene il candidato della Lega in Campidoglio Michel Maritato, in tandem con Simonetta Matone, che aggiunge: “La sindaca delle periferie, come ama definirsi, non fa che rimarcare sui social la sua presenza in questi quartieri dimenticati da tutti, anche da lei, nonostante il vanto di aver risistemato qualche prato spelacchiato – il più delle volte con colate di asfalto – e il rattoppo di qualche marciapiede e forse tale attaccamento è reale, perché la prima cittadina ha portato in centro storico la grande periferia degradata, per le condizioni in cui è ridotto il cuore di Roma. Non ci soffermiamo a descriverlo, basta farci una sgradevole passeggiata”. Il candidato passa poi all’aspetto più importante dell’amministrazione M5s, quello delle alleanze. “Ci chiediamo – insiste – come Raggi se la caverebbe, se malauguratamente fosse riconfermata, con le alleanze in giunta. Non disponendo di una classe dirigente, è sotto gli occhi di tutti, sarebbe naturale piazzare nei posti chiave proprio quelli che hanno condotto Roma al disastro ovvero quel Pd tanto vituperato a cui il neo presidente M5s Giuseppe Conte strizza l’occhio e che oggi è totalmente contro di lei. Una prospettiva non incoraggiante. A riprova di ciò, è sufficiente guardare chi siede oggi in un assessorato chiave, ovvero l’urbanistica, e non solo ai vertici. Tutta la compagine è perfetta espressione di quelli che avrebbero – secondo Raggi – rovinato Roma. Una schizofrenia totale”, chiosa Maritato.