MES, SEN.BORGHI (LEGA) A RADIO CUSANO: IL MES E’ LA MELA AVVELENATA DI BIANCANEVE

MES, SEN.BORGHI (LEGA) A RADIO CUSANO: IL MES E’ LA MELA AVVELENATA DI BIANCANEVE

“Il MES è la mela avvelenata della favola di Biancaneve”, così il Sen. della Lega Claudio Borghi ai microfoni di Radio Cusano. “Sono tutti lì con gli occhi sporgenti, le vene gonfie del collo a gridare firma, firma! Ma secondo voi sarà una cosa che ci conviene?”. E allora perché gli altri Paesi questa mela se la sono presa? “Andando di similitudini, il conto che doveva essere alla romana alla fine ricade su un solo piatto.
È ovvio dunque che tutti gli altri sono d’accordo, solo che quel piatto siamo noi. Se fosse una cosa conveniente -ha proseguito Borghi- avrei detto che è l’occasione della vita. Invece due anni lì a gridare di firmare una cosa che purtroppo è una grossa fregatura per l’italia, con il chiaro rischio di diventare la Grecia poiché il MES prevede, ricordiamolo, che nel momento in cui uno Stato prende il prestito la democrazia, quindi il volere popolare, sparisce e il MES prende il controllo dello Stato, così come successo appunto in Grecia. Cioè il MES a quel punto decide lui cosa fare”. Ma ratificare non comportava automaticamente prendere un prestito? “Questa è una confusione che ho sentito spesso” ha dichiarato il Sen. Borghi. “Anche qui procediamo per similitudini: se io do al ladro che mi entra in casa una pistola, non sto facendo una cosa molto prudente e certamente non dipenderà poi da me l’uso che di quella pistola si farà. Molto semplicemente, il MES non dovrebbe esistere, non c’è da nessun’altra parte al mondo. Ovunque, quando uno stato è in difficoltà, interviene la Banca centrale, come è intervenuta da noi quando c’era la pandemia, durante il lockdown, per continuare a pagare gli stipendi. Il MES era stato congegnato in una maniera per cui diventava una specie di agenzia di rating, abbiamo quindi scampato un pericolo molto grave.
Il Ministro dell’Economia dice giustamente che il problema è il debito del nostro Paese, però lui racconta solo un pezzo della storia”, ha poi proseguito concentrando l’attenzione sul tema del debito dell’Italia. “Io che sono notoriamente uno scavezzacollo invece ve la racconto tutta: il problema è il debito senza la moneta. Per quanto riguarda il Giappone, stato straordinariamente vicino all’Italia, parliamo di un’economia matura, di un paese anziano, industriale, esportatore, quindi uno dei più simili all’Italia tra i paesi internazionali. Il debito del Giappone è 200 e passa per cento rispetto al PIL eppure nessun giapponese, credo, si preoccupi del debito perché se un paese ha moneta propria non avrà la preoccupazione di ripagare il debito perché il debito si ripaga con una moneta creata dallo stato medesimo. È evidente che il debito diventa un problema, in certi casi anche molto grosso, se si è un paese dove non si controlla la moneta, come appunto nel caso dell’Italia, perché la moneta la controlla la BCE e qui vediamo situazioni, come quelle del passato, dove a un certo punto, per dei motivi condivisibili o no, si decide di far andare in crisi un paese. In realtà il sistema creato dall’UE -ha concluso Borghi- è un sistema che pretende di avere più potere, ed è legittimo. Io da democratico inorridisco quando sento gente che glorifica Spinelli”.