“La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è una giornata declinata in termini soprattutto eterosessuali. Gli episodi a cui assistiamo oggi sono di ottica tradizionale, ma questo non vuol dire che non ci siano situazioni complicate anche nelle coppie omosessuali”. Esordisce così ai microfoni di Radio Cusano Imma Battaglia, attivista e fondatrice di DPG(di’gay project) intervenuta nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi in merito alla Giornata Mondiale sulla violenza contro le donne. E prosegue “d’altra parte secondo me è un tema importante quello del patriarcato, perché il tema patriarcato- non patriarcato è fuorviante. È vero che la violenza sulle donne è frutto di una cultura che non si evolve, un mancato sviluppo della comunità maschile che non si allontana dal modello di uomo sessista e maschilista, ma non tutti sono rimasti indietro. Mi ha molto colpito la manifestazione di tanti giovani uomini-sottolinea- che dicono di volersi liberare dal concetto di mascolinità tossica e di voler essere uomini diversi”. Battaglia si sofferma sul tema “non capisco questo sentirsi offesi da parte degli uomini politici, che continuano a dire che questo fenomeno non è patriarcato, perché al di là di come lo si vuole chiamare dobbiamo interrogarci sul ruolo dell’uomo in questa società. L’uomo culturale deve liberarsi dal sessismo e dal maschilismo, togliendosi di dosso questa figura tossica per cui tutto è possesso e tutto è dominanza, praticamente tutto gli è dovuto. Si pensa che la cultura appartenga agli uomini e che gli uomini devono fare determinate cose, mentre le donne no”. L’attivista termina il proprio intervento commentando le interazioni tra la parte omosessuale della società e la violenza “sono a conoscenza di violenze tra famiglie e coppie omosessuali, ma sono casi sporadici. Ma la violenza appartiene comunque agli individui quindi tutti, sia omosessuali che etero, che sono cresciuti in questa violenza tendono a emularla. Il tema più grande-conclude Battaglia- è che oggi il mondo giovanile ha dei modelli e degli strumenti di comunicazione che innescano facilmente la violenza. Oggi un ragazzo per bene non è di moda, e questo certo non aiuta”, sostiene Imma Battaglia.