“Il piano paesistico più che una grande conquista, segna una delle pagine più buie della regione Lazio. Questo Ptpr è la tomba di ogni pianificazione comunale.
I comuni potranno rilasciare autorizzazioni solo ove il PTPR lo consente, ovvero solo nelle zone dove era già previsto, cioè il paesaggio urbano, e quindi solo una minima parte dei territori, che rappresentano l’8-10% del territorio regionale. Il nuovo piano è molto più restrittivo, non consente alcunché, se non in due dei dodici paesaggi previsti, di cui sei tipologie riguardano il paesaggio agrario, ritenuto sacro. Quella della cartografia, poi, è diventata una barzelletta: quanto tempo ci vorrà per vedere rappresentato il territorio? Così com’è oggi nel 2021, quella assunta come base cartografica è già vecchia di sette e più anni. In realtà, questo piano paesaggistico è completamente sbagliato dal punto di vista metodologico.
Non si può accettare che la regione non sia dotata di uno strumento di pianificazione attiva, che dia indirizzi strutturali al territorio ed indichi ai comuni che cosa fare. Onestamente, non e’ facile valutare ora chi si sia voluto favorire con le duemila osservazioni accolte sulle 22000 presentate dai 378 comuni del Lazio.
Nel piano di tutela non si interessa se non superficialmente dei centri storici, ma nemmeno dei castelli, delle abbazie, delle torri, delle ville, dei monumenti da ristrutturare e conservare per il futuro. La Regione con questo piano inadeguato ha dimostrato di essere un ente che va alla deriva. Per non parlare, infine, della vera grande sconfitta che è la libertà legislativa dell’aula consiliare, che è stata calpestata da una maggioranza sorda che ha impedito il dibattito, strozzando quella sana e democratica discussione d’aula che rappresenta la linfa vitale del sistema di qualsiasi istituzione”
Lo dichiara il consigliere di Fratelli d’Italia della regione Lazio Antonello Aurigemma