Salve consigliere Cacciatore, Roma ormai sull’orlo della emergenza rifiuti. Cosa sta accadendo?
“Siamo al terzo anno di crisi ciclica, a ridosso dell’emergenza. Succede quel che è naturale: un sistema imperniato su impianti di mostruose dimensioni, con una bassa percentuale di differenziata e quindi su una mole di indifferenziato insostenibile, non può che entrare in crisi (specie con un impianto fuori uso come il Salario e uno dimezzato come Rocca Cencia) esponendo Lavoratori e Comunità a disservizi e invivibilità”.
Colpe e demeriti. Cosa ne pensa del ruolo della Raggi? E della Regione Lazio?
“Raggi ha promesso differenziata al 70%, conversione degli impianti, riqualificazione e “mai più discariche” a Malagrotta, risanamento di AMA. La Raccolta è al 45% circa di differenziata (Marino fece il +23% di differenziata in due anni e mezzo, Raggi un imbarazzante +3%). Dopo aver rischiato, tra l’uno e l’altro dei 7 Cda, un fallimento Ama, senza saper proporre altra soluzione che il Commissariamento e senza produrre atti, la Giunta Capitolina è arrivata a scegliere, tra diversi siti e senza neanche chiedere di approfondire ampliare la scelta di una o più discariche, la c.d. MALAGROTTA 2 in localita Monte Carnevale: violando per l’ennesima volta gli impegni presi con le Comunità di questi territori vessati. Credo questo sia indicativo. La Regione dal canto suo ha approvato un Piano Regionale che non aveva effetti certi da 20 anni circa. Condivisibile o meno, quel Piano recepisce principi normativi: dalla autosufficienza e prossimità, che indica a Roma di non esportare più rifiuti indifferenziati così come agli altri Comuni di non conferire più a Roma, alla realizzazione di impianti ad impatto minimizzato, convertiti, dislocati o dismessi, preferibilmente pubblici visto lo scenario di quasi-monopolio del privato e delle logiche di profitto che sussiste nel Lazio. Roma si lamenta del Piano Regionale: perché non lo ha impugnato? Piuttosto secondo me sarebbe impugnabile il recente piano industriale Ama, che oltre a contenere il solito libro dei sogni, non rispetta minimamente i termini del Piano Regionale come imporrebbe la legge”.
Soluzioni per uscire da emergenza. Cosa le viene in mente, consigliere Cacciatore?
“Le soluzioni sono quelle espresse dai principi di legge, recepiti nel Piano Rifiuti. Certo è che richiedono tempo. Innanzitutto bisogna ridurre l’indifferenziato aumentando la differenziata: su questo l’inerzia di Roma è lampante e disarmante. Di certo, a furia di invocare commissariamenti senza produrre né atti né fatti per 5 anni, Roma ha condotto l’intero sistema regionale in stallo. Il problema è qui e subito, so che la soluzione (le cui sedi decisionali non mi vedono mio malgrado coinvolto) nell’immediato sarà dolorosa, ma altrettanto resterò geloso del quadro normativo recepito nella disciplina del Piano Regionale. La soluzione che verrà trovata a livello ministeriale, dovrà presupporre un cammino verso la realizzazione dello scenario tratteggiato dal quadro normativo: in direzione di un sistema più a misura di essere umano e lavoratore, anziché di magnate della gestione rifiuti”.